Questo Toninelli ha bisogno di un corso di educazione civica
Il deputato M5S ignora che il referendum non può saltare se non con un golpe
Quando a parlare è un grillino, lo sappiamo, il divertimento è assicurato.
Sebbene godano di un consenso elettorale significativo, infatti, i parlamentari e i dirigenti del Movimento 5 stelle sembrano allo stato incapaci di adeguare la propria preparazione alle responsabilità di cui sono oggettivamente investiti. E’ un peccato, perché superficialità, impreparazione e vere e proprie sciocchezze danneggiano prima di tutto il Movimento, i cui elettori sono di fatto privati della possibilità di intervenire e partecipare degnamente alla vita pubblica.
Intervistato oggi dall’Avvenire, Danilo Toninelli difende il ricorso al Tar sulla legittimità del quesito con un argomento a dir poco bizzarro: “La soluzione migliore sarebbe se questo referendum saltasse. Perché – sostiene – a prescindere da chi vincerà, la certezza sarà l’instabilità politico-istituzionale del Paese”.
A parte il fatto che è semmai vero il contrario, e cioè che né la vittoria del No, né tantomeno quella del Sì metteranno a rischio la stabilità del Paese, che ha attraversato e superato crisi e scontri ben peggiori, colpisce nella dichiarazione di Toninelli la crassa ignoranza istituzionale e politica: il referendum non può saltare per l’evidente ragione che lo prevede l’art. 138 della Costituzione, che ben tre richieste hanno superato il vaglio della Cassazione (una di iniziativa popolare e due di iniziativa parlamentare), e che in democrazia soltanto un colpo di stato può sospendere la libera espressione della volontà popolare.
Ignoriamo quali motivi spingano Toninelli a sostenere una tesi così bizzarra e palesemente insensata, ma, nel caso intendesse perseverare, è bene chiarirgli le idee anche su un altro punto.
Aggiunge infatti il deputato grillino che “noi speriamo che si possa superare anche la data ultima prevista per legge (il 23 dicembre). Se il voto saltasse sarebbe un risultato straordinario. Avremmo salvato la Costituzione”.
Eh no, caro Toninelli: se il referendum “saltasse” – cosa che, è bene ripetere, non è possibile se non con un golpe – la riforma resterebbe in vigore così come l’ha licenziata il Parlamento. Il referendum infatti è confermativo e facoltativo: senza referendum, la legge rimane.
Non sappiamo se alla Casaleggio Associati srl esiste un dipartimento che si occupa di formazione politica o, più banalmente, di educazione civica: sarebbe senz’altro auspicabile, e con urgenza.
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