Il voto online degli iscritti, presentato come prova di democrazia in Rete, non vale nulla. Gli eletti sono portavoce ma non hanno voce in capitolo all'interno del partito. La storia dell'associazione che controlla il Movimento 5 Stelle, ovvero come Grillo ha intenzione di controllare il suo partito per gli anni a venire facendo finta di aver dato tutto il potere alla Rete per le modifiche al Non Statuto e al Regolamento
Uno vale uno è un principio etico ed operativo che fino a questo punto della storia del MoVimento 5 Stelle non è stato mai applicato. Non è un caso che quello che è stato lo slogan che ha consentito al partito di Beppe Grillo di ottenere uno straordinario risultato alle elezioni politiche 2013 sia andato via via scomparendo sotto il peso della necessità dell’azione politica parlamentare e non solo. La parola chiave del MoVimento è diventata quindi quell’Onestà (scandito sillabando un po’ come all’epoca dell’elezione del Presidente della Repubblica i pentastellati facevano con Rodotà) alla quale fa spesso seguito “e Trasparenza” e che è diventata il valore cardine del Cinque Stelle. Ieri Beppe Grillo ha annunciato profonde modifiche al Regolamento e al Non Statuto, ma quello che il Capo Politico del MoVimento ha fatto vedere a tutti ieri, vale a dire la riconsegna formale del potere al Popolo della Rete™ non ha nulla a che vedere con la vera gestione del partito, lo ha rivelato Paolo Becchi qualche giorno fa pubblicando lo statuto dell’Associazione che controlla il MoVimento e dimostrando come il potere rimanga saldamente nelle mani di Grillo, di suo nipote Enrico e del commercialista Enrico Maria Nadasi.
La democrazia diretta secondo Beppe Grillo (e suo nipote)
Anche di trasparenza però ce n’è poca nel MoVimento, non tra i suoi eletti e portavoce ma per quanto riguarda le scelte e le decisioni degli organi che lo gestiscono e lo guidano. Un esempio oramai classico sono le votazioni degli iscritti certificati tramite il blog di Grillo: non solo non c’è trasparenza rispetto al modo con il quale si svolgono (non sono certificate da enti terzi) ma nemmeno ce n’è per quanto riguarda il modo in cui viene deciso ciò che viene portato al voto. È successo per l’elezione dei membri del Comitato d’appello, che in realtà è stato semplicemente un mero processo di ratifica di decisioni prese da altri (Grillo) così come per quanto riguarda la nomina dei componenti del Direttorio. Organismi importanti, almeno fino ad ora, per la vita del MoVimento che sono composti da nominati. Ci sarebbe quasi da chiedersi che differenza c’è tra le accuse rivolte al Parlamento dei nominati e l’applicare il medesimo principio per quanto riguarda la gestione interna del partito. L’ex-ideologo del MoVimento Paolo Becchi nel suo articolo ricordava infatti dell’esistenza di due omonime associazioni “MoVimento 5 Stelle”. La prima è quella fondata il 4 ottobre 2009 da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, a questa associazione sono iscritte centomila persone. Ce n’è però un’altra, che è stata fondata il 14 dicembre 2012 da Beppe Grillo, Enrico Grillo (il nipote del Capo Politico del MoVimento) e Enrico Maria Nadasi (commercialista di Grillo), questa associazione è la titolare del simbolo del MoVimento 5 Stelle (il partito) che, anche se Grillo ha deciso di togliere la dicitura “beppegrillo.it” dal simbolo sostituendolo con “movimento5stelle.it” (dominio peraltro di proprietà di questa associazione), rimane di proprietà del suo fondatore e questo spiega come mai Grillo sarà sempre il Capo Politico del Movimento. L’associazione del 2012 non ha solo la funzione di “controllare” il marchio del partito e di fare da garante dei principi descritti nel cosiddetto “non statuto” (quello dell’associazione del 2009) ma ha anche una funzione più operativa, da quanto si evince dallo statuto sarebbe della seconda associazione (non del partito del 2009) il compito di svolgere gli adempimenti tecnico burocratici necessari a consentire la presentazione alle elezioni politiche ed europee delle liste di candidati scelti in Rete dagli aderenti al MoVimento.
Sarebbe sempre questa seconda associazione, con sede in via Roccatagliata Ceccardi, 1/14, Genova (dove ha sede lo studio legale di Enrico Grillo) a trasmettere alla Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici la documentazione relativa ai rendiconti del partito di Grillo.
Iscritti ed eletti sono esclusi dalla gestione del partito
Ma non è però questa l’associazione il cui Statuto e Regolamento sono oggetto di modifiche attualmente sottoposte all’approvazione degli iscritti certificati all’Associazione fondata nel 2009. Perché per quanto riguarda questa seconda associazione lo Statuto può essere modificato solo dall’assemblea dei soci fondatori e ordinari. Di chi si tratta? Oltre ai tre soci fondatori citati poc’anzi va aggiunto Gianroberto Casaleggio (che fu introdotto in qualità di socio ordinario). Dopo la morte del co-fondatore del partito il suo posto non è stato però preso dal figlio Davide, attuale “gestore del sito” e umile tecnico informatico del MoVimento nonché membro dell’Associazione Rousseau.
Ci sono poi i soci sostenitori, che non hanno diritto di voto in assemblea, chi sono? Tutti gli iscritti al MoVimento 5 Stelle e i parlamentari e i portavoce eletti del partito di Grillo. Lo statuto vigente di questa associazione, modificato nel 2015 senza consultare la base del partito (del resto secondo lo statuto non ce n’era bisogno)
Beppe Grillo non ha mai smesso di essere il Capo Politico del MoVimento
Secondo lo statuto è il Presidente di questa associazione (quella del 2012) a svolgere le funzioni di Capo Politico del MoVimento (quindi Grillo è sempre stato il Capo Politico del MoVimento anche quando Di Maio lo definiva “garante” o lui stesso si definiva “umile portavoce”). Anzi, Grillo era già Capo ancor prima che Grillo decidesse di ridiscendere in campo durante il meeting di Palermo, peccato che in quell’occasione lui abbia detto che erano stati gli attivisti a chiedergli di tornare. Secondo l’articolo 12 di detta associazione infatti il Presidente dell’Associazione “MoVimento 5 Stelle” rappresenta “la forza politica costituita dagli iscritti online al MoVimento 5 Stelle e dagli eletti sotto il simbolo del MoVimento 5 Stelle nei rapporti istituzionali e politici con facoltà di delega, su specifici argomenti o per specifiche occasioni, al Vice Presidente” è interessante notare come in particolari occasioni uno tra Enrico Grillo o Nadasi (che nulla hanno a che fare con la vita attiva del partito) possano essere delegati di decisioni più importanti di quelle che attualmente sono nelle disponibilità dei portavoce eletti dal popolo (a Cinque Stelle).
Inoltre è il Presidente che ha facoltà di “disporre le espulsioni di iscritti online al MoVimento 5 Stelle“. Il che sembra in netto contrasto con quanto si va decidendo ora.Chi elegge il Presidente? Il Consiglio Direttivo (che dura in carica sette anni). Chi compone attualmente il Consiglio Direttivo? Beppe Grillo, Enrico Grillo e Enrico Maria Nadasi. Di fatto quindi né gli eletti del MoVimento né gli iscritti hanno la possibilità di eleggere chi determina le priorità del partito e nemmeno di approvare i regolamenti. Trasparenza? Uno vale Uno? Non è ancora finita.
Questa “mini associazione” ha anche il potere di nominare il Comitato d’Appello i cui membri sono scelti tra i non Soci (ordinari o fondatori) della mini associazione. Il Consiglio Direttivo (ovvero i due Grillo e il commercialista di Beppe) propongono all’assemblea degli iscritti online (che è cosa formalmente e fattivamente ben diversa dall’Assemblea dell’Associazione) una rosa di cinque nominativi. Ma attenzione, dei tre membri del Comitato d’Appello solo due verranno eletti dagli iscritti, così come indicato anche in modo abbastanza oscuro dal punto d) dell’articolo 2 del Regolamento con espulsioni:
2. Sono rimessi all’assemblea mediante votazione in rete i seguenti argomenti:d) nomina dei membri di competenza dell’assemblea del comitato d’appello e del collegio dei probiviri;
uno invece verrà nominato direttamente dal Consiglio Direttivo, indovinate a chi dovrà rispondere questo membro “speciale”? Esatto, proprio a Grillo che così si garantisce di poter tenere sotto controllo anche il Comitato d’Appello. Quello che succede è che c’è un associazione di tre persone che controlla di fatto e de iure un partito politico senza che nessuno degli eletti di quel partito abbia la possibilità di fare alcunché per impedirlo. Avete voluto la democrazia diretta? Allora fatevi dirigere.
Nessun commento:
Posta un commento