Si allarga la frattura nella Lega. Tosi al contrattacco contro il “Salvini dittatore”. Il Pd può prendersi il Veneto
La frattura interna alla Lega nord sembra destinata ad allargarsi. Il giorno dopo lo strappo definitivo tra il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, e Flavio Tosi, espulso dal partito, il sindaco di Verona passa al contrattacco commentando la decisione di ieri: “Resto convinto che il motivo fosse altro. Secondo me Salvini voleva il controllo dittatoriale della Lega Nord, e di questo si assume la responsabilità”. Parole che sembrano non toccare Salvini che, a chi cerca reazioni alle parole di Tosi, dice: “Non rispondo a chi insulta. Se c’è da fare ragionamenti di politica, parlare di lavoro, pensioni, ospedali, scuole, lo faccio. Di solito mi danno del dittatore, estremista e sleale Alfano e Renzi. Se si aggiunge qualcuno è in buona compagnia. Non mi tocca”. Tosi, intanto, prende tempo sulla sua candidatura alle regionali in Veneto e non scioglie il dubbio: “Ci sto pensando, ora bisogna ragionare a mente fredda. Mi prendo due giorni per decidere. Devo riflettere”. Il sindaco di Verona ammette che la decisione dell’espulsione “è una brutta botta, anche psicologicamente”, ma precisa che la rottura l’ha voluta Salvini “rifiutando anche una proposta formale di mediazione” che “rischia di danneggiare il centrodestra e favorire il centrosinistra”. Più precisamente, potrebbe favorire Alessandra Moretti, candidata alle regionali in Veneto per il centrosinistra che commenta prontamente la decisione della Lega: “Pensavo che le espulsioni e i dissidenti appartenessero solo al M5s. E invece non è così”. Luca Zaia, governatore della Regione, non teme la candidatura di Tosi. D’altronde, ieri era stato lo stesso segretario del Carroccio a dire: “Zaia ce la fa anche se mi candido io, tu, Gesù bambino e tutti quanti messi assieme. Nessun rischio di perdere il Veneto”.
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