“Denunciai il sistema Helg nel 2009
ma nessuno mi ascoltò”
CRONACA 06 marzo 2015
Alfredo Nocera aveva nel 2008 un esercizio commerciale nello scalo Falcone Borsellino di Palermo. Si chiamava “Buona Sicilia”. Era uno dei negozi tipici siciliani insieme alla Pasticceria di Santi Palazzolo e al negozio di Ceramiche Sicilia Arte srl di David Tuttobene che sarebbe dovuto restare nel passaggio alla gestione della rete commerciale al Falcone Borsellino affidata ad un unico soggetto individuato prima nella società Linea Aeroportuale Sole.
Aveva avuto personalmente le rassicurazioni dal direttore generale Carmelo Scelta e dal presidente Roberto Helg che il suo locale sarebbe stato “riprotetto”. Lo scrive nella denuncia presentata ai poliziotti dello scalo aereo di Punta Raisi il primo di aprile del 2009, quando un geometra della Gesap, un certo Neri, gli chiese le chiavi del locale.
“Da quella denuncia presentata nel 2009 non è successo nulla – dice Alfredo Nocera – Io sono rimasto fuori e la mia attività di prodotti tipici è stata data in gestione alla stessa società di Sicilia Arte, società di David e Giovanni Tuttobene”.
Nella denuncia del 2009 il commerciante aveva mostrato più di una perplessità sulla gestione dell’affidamento dei negozi.“L’amministratore delegato Giacomo Terranova aveva affermato che gli esercizi a caratterizzazione regionale sarebbero stati mantenuti – si legge nella denuncia presentata da Nocera nel 2009 – Mi è oscura la ragione per cui tra esse non si trova la mia attività. Confermo quanto dichiarato sui siti di mia pertinenza riguardo ai miei sospetti sulla gestione e l’affidamento delle aree commerciali nel nuovo assetto garantisca solo gli “amici” degli amministratori o compagini politiche”.
Adesso dopo la vicenda dell’arresto del vicepresidente Roberto Helg, quanto denunciato da Alfredo Nocera torna d’attualità. “Dopo l’arresto di Helg ora mi è chiaro a cosa debbo la mia rovina economica. Ho dovuto vendere un magazzino per ripianare i debiti e non ho più nulla. La mia vita è stata distrutta dal sistema che emerge dall’inchiesta che ha portato in carcere il vicepresidente di Gesap. Ovviamente sono a disposizione dei magistrati della procura di Palermo o dei carabinieri se adesso mi vorranno sentire”.
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