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ROMA - "La decisione di Salvini crea tensioni interne pesantissime nella Liga Veneta. A ridosso delle elezioni regionali, con il rischio di dividere il centrodestra e avvantaggiare gli avversari". E, se fa tutto questo, "è solo per cacciare me e per lo scopo di costruire una Lega con un uomo solo al comando".

Lunga riflessione. All'indomani della rottura con la Lega il sindaco di Verona Tosi non scioglie il dubbio sulla sua candidatura. "Ci sto pensando, ora bisogna ragionare a mente fredda". Per farlo, il sindaco di Verona prende un po' di tempo:  "Mi prendo due giorni per decidere. Devo riflettere". E sulla sua espulsione commenta: "Non parlo di delusione, m'interessa essere coerente e lineare con me stesso. Questo mi basta". Poi aggiunge: "Resto convinto che il motivo fosse altro. Secondo me Salvini voleva il controllo dittatoriale della Lega Nord, e di questo si assume la responsabilità. È stata calpestata l'autonomia della Liga veneta. Visto che le decisioni le ha prese il segretario federale, la delusione sui comportamenti anche umani è nei confronti del segretario federale, cioè di Matteo Salvini". Accusa, quella di dittatura, a cui Salvini non vuole rispondere: "Non rispondo a chi insulta. Se ce da fare ragionamenti di politica, parlare lavoro, pensioni, ospedali, scuole lo faccio. Di solito mi danno del dittatore, estremista e
sleale Alfano e Renzi. Se si aggiunge qualcuno è in buona compagnia. Non mi tocca", ha detto a chi cercava reazioni alle parole di Tosi. Il leader della Lega ha poi detto che  "La Lega in Veneto significa 370 sezioni e migliaia di iscritti. Puntiamo a fare 300 gazebo in 300 piazze venete entro fine marzo per raddoppiare gli iscritti, perché il cambio di idea di qualcuno può trasformarsi in un'iniezione di volontà ".

Niente incompatibilità... Per Tosi, non esiste la questione di un'incompatibilità con l'appartenenza a una Fondazione "che non è un partito politico - ha insistito - e che appunto è stata invece usata come abili per eliminare Flavio Tosi. La mia posizione di mediazione sulla Fondazione - ha aggiunto - era quella di confrontarsi sui singoli casi, per vedere se c'erano delle problematiche, visto che la Fondazione mai ha presentato liste per le elezioni amministrative".

...e nessun ripensamento. Ma il sindaco di Verona esclude il ricorso:  "Escludo ricorsi, anche se certe cose non sono state fatte secondo le regole", anche se certe ragioni "sono pretestuose e speciose". Certe cose, dice "non sono nelle mie corde". In ogni caso, chiude Tosi "non agisco per vendetta". Come pure ritiene improbabile un suo rientro: "Ieri alle 10 di sera sento un amico che mi dice che Salvini stava dettando un'agenzia nella quale diceva che mi stavano buttando fuori. Un mio rientro? È francamente improbabile".

Da solo. Tosi, però, non ha chiesto a nessuno di unirsi a lui: "Ai miei amici, non sapendo come sarebbe andata a finire, non ho chiesto di seguirmi - ha precisato -. In un rapporto di amicizia non si forza la mano a nessuno. Quando farò delle scelte ognuno sarà libero di decidere".

Solidarietà. Dopo la sua 'defenestrazione' dalla Lega Nord Flavio Tosi ha ricevuto in tre ore, stamane, circa 600 messaggi di solidarietà. "Ne ho letti quasi la metà - ha detto Tosi in una conferenza stampa - e magari questa sera con calma leggerò gli altri. Perché io sono uno che risponde a tutti". La mail che gli ha dato più dispiacere, invece, è stata quella di Salvini che decretava la cancellazione delle liste in Veneto. "Mi è arrivata ieri sera alle 22:18 - ha detto Tosi - poco dopo la trasmissione a cui ho partecipato e dalla quale avevo lanciato una ultima proposta di accordo. Inutilmente".

Incontro mancato. "Zaia è da settembre che si rifiuta di incontrare il segretario nazionale della Liga. È chiaro che voleva finisse così", ha detto Tosi. A chi gli chiedeva se era più deluso da Maroni, Salvini o Zaia, ha risposto senza esitazioni indicando il segretario federale. "Zaia ha tenuto una sua linea costante - ha spiegato - Maroni ha provato a ricucire, ma è stato Salvini a prendere le decisioni. Ho sbagliato a fidarmi, ma era un rapporto d'amicizia e sull'amicizia io non discuto. E' stato un errore che rifarei."

L'amarezza di Zaia. Sulla vicenda il governatore del Veneto, Luca Zaia, commenta: "La eventuale candidatura di Tosi? Sembra intenzionato a farlo ed ognuno, nella sua vita, fa quel che vuole; ma io non la temo. La buona notizia - dice poi - è che si mette la parola fine a beghe e polemiche incomprensibili che sono durate fin troppo. Resta l'amarezza per come è andata a finire, ma ora si deve voltare pagina. Il mio impegno sarà quello di continuare a governare, di dire ai veneti quanto di buono è stato fatto in questi anni e quanto ho ancora voglia di fare per loro. Sono convinto che tutti i nostri militanti, sostenitori e simpatizzanti sapranno essere al mio fianco in questa battaglia per il buon governo della regione".

Lega, Tosi: "Se devo lasciare la fondazione mi dimetto"


Tra le richieste che Tosi aveva inoltrato ancora ieri alla Lega (su tutte, la non accettazione del commissario imposto in Veneto da Salvini, che di fatto lo esautorava dal potere di decidere su liste e alleanze elettorali) anche quella relativa alla scelta tra il movimento e la sua fondazione politica. In una mail inviata ieri al leader del Carroccio, Tosi dettava le proprie condizioni per la pace. Mail peraltro non indirizzata al segretario federale ma a uno dei 'pontieri' (forse Giancarlo Giorgetti). Un testo che via Bellerio ha giudicato irricevibile poiché Tosi accettava di non presentare la sua lista a patto che facesse altrettanto il ricandidato Zaia. In più il sindaco di Verona imponeva  la cancellazione del commissario Giampaolo Dozzo, nominato proprio da Salvini per gestire le elezioni regionali.

Le reazioni.  "La gestione della vicenda Tosi dimostra la vera faccia di Salvini". Lo pensa Valentina Castaldini, portavoce nazionale del Nuovo Centrodestra. "A noi non interessa entrare nelle beghe tutte interne ad altri partiti - continua Castaldini -, ma è chiaro che guardiamo con interesse a chi, come Tosi, può rappresentare un'opportunità per ricostruire un'area moderata che non si riconosce assolutamente nella deriva estremista e populista della Lega di Matteo Salvini".

Segretario Venezia sospeso: "Sto col Carroccio". "Non sono né con Salvini né con Tosi, solo con la Lega. E quindi visto che Tosi è uscito dal Carroccio tra lui e Zaia opterei per quest'ultimo". Parla così Alberto Semenzato, il segretario della Lega di Venezia sospeso da ieri per tre mesi per alcune frasi riportate su Facebook in cui, scherzando, sosteneva che sarebbe andato in montagna anzichè alla manifestazione di Roma con Salvini. Semenzato chiarisce "di non aver mai avuto una tessera del Faro" e di accettare il provvedimento nei suoi confronti "pur non condividendolo". Non risparmia comunque critiche alla decisione di commissariare la Lega Nord di Venezia. "Casualmente accade quando si deve parlare del sindaco di Venezia e delle liste - polemizza - .Se in quelle che usciranno troverò alcuni dei nomi del 'cerchio magico' che hanno portato la Lega al 2% mi riserverò di prendere altre strade"