La svolta di Muraro: «Serve una nuova discarica, sbagliato chiudere Malagrotta». Poi il chiarimento
Pioggia di critiche per l'assessore all'Ambiente del Campidoglio
La chiusura della discarica di Malagrotta fu una «scelta miope». Sbagliata. Le ultime dichiarazioni pubbliche di Paola Muraro hanno innescato una nuova ondata di critiche nei confronti della giunta M5S guidata da Virginia Raggi.
PAOLA MURARO: «SERVE DISCARICA DI SERVIZIO, ERRORE CHIUDERE MALAGROTTA»
L’assessore all’Ambiente del Campidoglio ieri ha parlato di necessità di apertura di una nuova discarica «di servizio», un’«ulteriore discarica per la chiusura del ciclo dei rifiuti», definendo «scelta miope» quella di chiudere Malagrotta. Poi è arrivato un chiarimento: «Non ho alcuna intenzione di riaprirla». Racconta Muro Favale su Repubblica:
La Regione Lazio aveva messo fretta al Campidoglio, chiedendo di individuare il sito entro il 30 settembre. La scelta, però, appare in alto mare: «Ci chiedono dove ma per capire dove deve essere collocata dobbiamo capire la volumetria», dice ancora l’assessora. Per farlo serve «verificare a che punto è la raccolta differenziata ». L’Ama (a cui, dopo le dimissioni di Alessandro Solidoro, manca ancora un amministratore unico, sollecitato ieri anche dalla Cgil) sta portando avanti un monitoraggio che, sostiene la Muraro, «è arrivato alla conclusione».
Solo a quel punto potrebbe arrivare anche l’indicazione della nuova discarica. Che non sarà Malagrotta, nonostante una dichiarazione dell’assessora all’Ambiente, ieri mattina, abbia sollevato una bufera politica. «Abbiamo un problema di smaltimento e raccolta rifiuti stiamo affrontando le conseguenze di una scelta miope dovuta alla chiusura di Malagrotta». Frasi pronunciate dalla Muraro nel suo intervento al forum Compraverde Buygreen 2016, davanti al ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti.
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Dopo le parole della Muraro sono arrivate reazioni sia da centrodestra che centrosinistra. Fino ad una nuova dichiarazione:
«Non ho alcuna intenzione di riaprire Malagrotta. Doveva essere chiusa già nel 2008, ma ciò è avvenuto solo nel 2013 a causa di continue proroghe. E successivamente la politica non è mai riuscita a trovare un’alternativa, perché ha sempre preferito perseguire gli obiettivi di Cerroni».
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