domenica 9 ottobre 2016

Il giustizialismo lasciamolo a Grillo

ControVerso
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Lo sappiamo la vera condanna, soprattutto per un esponente pubblico, ma anche per un privato cittadino, si veda il caso dell’infermiera di Piombino, è la gogna mediatica e la distruzione della sua reputazione personale
 
Non sono mai stato particolarmente simpatizzante di Marino. Ma non per ragioni di scontrini. Né sono mai stato, tutt’altro, simpatizzante di Cota. Ma non per ragioni di mutande verdi. E ogni volta che qualcuno viene assolto ne sono felice. Ieri Marco Imarisio ha scritto sul Corriere della Sera parole sacrosante, che segnano un atto di accusa per la politica, che usa le inchieste giudiziarie per screditare e levare di mezzo gli avversari politici.
Parole simili su Repubblica a firma di Di Feo. Ce la si prende anche, con qualche ragione, con il PD, dimenticando completamente però il ruolo nefasto di Grillo e dei 5 Stelle, letteralmente ammalati di giustizialismo, persino al proprio interno. A parte questo per la verità c’è anche una presa di posizione critica nei confronti dei grandi giornali nazionali su cui scrivono e che pubblicano pagine intere di pezzi di intercettazioni, in cui frasi smozzicate vengono spacciate per prove indiscutibili.
La Magistratura ha spesso dimostrato di sapersi correggere e l’ex Presiedente dell’Associazione magistrati ha rivendicato il diritto del magistrato di condurre le indagini e quello di altri magistrati di concludere il giudizio, anche in contrasto con le tesi accusatorie. Giusto. Ma, ormai lo sappiamo la vera condanna, soprattutto per un esponente pubblico, ma anche per un privato cittadino, si veda il caso dell’infermiera di Piombino, è la gogna mediatica e la distruzione della sua reputazione personale.
L’elenco delle vittime comincia ad essere lungo. Da Penati a Mannino. Diamoci una calmata, tutti. Violante dice «prendiamola bassa» . E l’unico modo per farlo è spezzare il maledetto circolo vizioso fra magistratura, giornali e politica, che si fanno da amplificatore l’uno con l’altro reciprocamente. Cominci chi ha più responsabilità, la politica, dichiarando da subito che mai più un’indagine sarà strumento di lotta politica. Recuperando così anche la sua autonomia, a cui è tenuta dall’investitura del voto popolare. Magari anche giornali e magistrati in cerca di notorietà potrebbero fare un passo indietro. Lasciate andare Grillo per la sua strada. Non conduce da nessuna parte.

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