Appendino con l’acqua alla gola
Il Comune mette nero su bianco che senza i 6 milioni dell’operazione Smat il bilancio è a rischio. Una situazione critica che potrebbe portare l’assessore Rolando a tagliare la corda. Ma l'assemblea della società stoppa e rinvia al 28 ottobre
Da una parte i sindaci della cintura di Torino, quasi tutti del Pd, dall’altra Alberto Morano, consigliere del centrodestra, che con il suo intervento da delegato di Rosta ha profilato il conflitto d’interessi di Palazzo Civico nella richiesta di attingere, per esigenze di bilancio, al cento per cento delle riserve di Smat. Una tenaglia che ha portato l’assemblea della società idrica a stoppare la richiesta del Comune – rappresentato dall’assessore al Bilancio Sergio Rolando – bloccando per il momento un’operazione che dovrebbe portare nelle casse cittadine 6 milioni di euro. Obiettivo che, a quanto risulta dalle posizioni espresse nella riunione odierna a Castiglione Torinese, rischia di sfuggire all’amministrazione pentastellata, al punto che lo stesso titolare dei conti avrebbe confidato a più di un interlocutore la tentazione di mollare tutto per paura di non riuscire a chiudere il bilancio.
“L’assenza, evidentemente inaccettabile, di dialogo con i Comuni della Città Metropolitana di cui Chiara Appendino è sindaca, ha portato, unitamente alla mancanza di trasparenza nell’impiego delle risorse eventualmente distribuite in favore del Comune, ad una situazione di stallo con gravi ripercussioni sugli equilibri di Palazzo Civico come della stessa Smat” scrive in una nota il vicepresidente della Sala Rossa Enzo Lavolta, tra coloro che hanno organizzato la rivolta di città come Settimo, Grugliasco, Collegno, Moncalieri: anch’esse da tempo in attesa che Smat conceda loro di perfezionare la stessa operazione di Torino, ma con esiti diversi. Di qui la decisione di bloccare tutto. Sotto l'egida del vertice aziendale, il presidente Alessandro Lorenzi e l'ad Paolo Romano.
La richiesta di poter usufruire della totalità delle riserve presenta una serie di criticità dal punto di vista formale. “Innanzitutto - spiega Morano - è in contrasto con quanto previsto dal patto parasociale sottoscritto dai soci di Smat ove si precisa che l’utile può essere ripartito tra i soci per una quota massima del 20% e a condizione che sia destinato alla promozione di attività di tutela ambientale”. Il Comune invece vuole il cento per cento e le risorse gli servono perché “concorreranno al mantenimento degli equilibri finanziari dell’esercizio in corso”. Insomma, si riduce il patrimonio sociale dell’azienda per far cassa a vantaggio di un socio.
Come se non bastasse, anche all’interno del Movimento 5 stelle il gruppo inizia a disunirsi. Già sulla delibera approvata in Sala Rossa su Smat ci sono state delle defezioni e altre potrebbero aggiungersi. Dopotutto che le operazioni in atto siano tutt’altro che coerenti con la dottrina grillina lo testimonia anche una vecchia interpellanza firmata da Vittorio Bertola e dalla Appendino in versione Giovanna d’Arco, cioè prima di diventare sindaca e indossare il tailleur d'ordinanza, quando chiedeva al sindaco Piero Fassino “per quale motivo e in base a quale autorità la Città di Torino abbia preso posizione” nell’assemblea di Smat “a favore della destinazione dell’utile a dividendo per i soci e riserve di altro genere”. Esattamente quello che sta cercando di fare lei ora che si è insediata al piano nobile di Palazzo civico.
Nessun commento:
Posta un commento