(© Ansa) La sindaca di Roma Virginia Raggi, al centro.
Il regista Paolo Sorrentino, in una intervista al Corriere della sera a cura di Aldo Cazzullo, ha rivolto critiche severe all'amministrazione targata Movimento 5 stelle di Virginia Raggi.
Critiche fondate su fatti oggettivi: sporcizia, criminalità, assenza di progetto.
La replica è stata affidata, o se l’è presa, un giovane assessore della sindaca, Luca Bergamo, con un buon curriculum di manager della cultura, che lascia sbalorditi.
Se ricevi una critica generalmente è buona cosa accettarla e discutere nel merito.
Oppure spiegare perché non è ricevibile. Sempre con fatti alla mano.
MANCA UNA PROPRIA VISIONE. L’assessore Bergamo è, tra l’altro, esattamente come Paolo Berdini, un compagno di viaggio dei cinque stelle, e dovrebbe avere anche una propria visione delle cose.
Per farla breve, Bergamo avrebbe potuto dire a Sorrentino: «Faremo meglio», ovvero, «va già meglio».
Leggete invece che cosa ha risposto.
La parola a Bergamo: «Qui stiamo guardano al futuro con le lenti di chi sa di dover costruire strade nuove perché quelle disponibili non consentono di superare gli ostacoli enormi lasciati in eredità dal passato e allo stesso tempo è costretto a camminarvi sopra».
Che diavolo avrà voluto dire l’assessore, oltre che la colpa è di quelli che c’erano prima?
Quali «strade bisogna costruire» con le «lenti» (con le lenti?) che superino quelle disponibili?
L’interrogativo è cruciale perché annulla d’un botto l’annoso problema del programma e delle risorse per realizzarlo.
Qui Bergamo, con il talento dell’ottico, propone strade nuove su cui camminare. Ci spiegherà, forse.
«COLPE DI 30 ANNI FA». L'assessore però ha in serbo l’arma totale per mettere a tacere il talentuoso critico della Raggi che aveva a sua volta criticato il ''No'' alle Olimpiadi di Roma 2024.
Ecco il ragionamento: «Il futuro di cui la città ha disperato bisogno poggia su basi nuove. Non più sul mattone come leva finanziaria, non solo attraverso grandi eventi che fanno immagine ma pochissima redistribuzione. Neanche la velocità può essere presa come misura del moderno. Secondo me, il coraggio di inventare il futuro richiede oggi la responsabilità di mettere in discussione quelle presunte verità su cui è poggiato un modello di sviluppo che in 30 anni ha prodotto nuove enormi diseguaglianze e l’indebitamento di cui siamo ostaggio».
UN PO' DE MITA UN PO' VENDOLA. Bus che non vanno, sporcizia, clandestinità della Raggi e della Giunta?
Il problema, per Bergamo, è il modello di sviluppo degli ultimi 30 anni. È a monte, come si diceva una volta, molto a monte.
Il linguaggio di Bergamo è fantastico perché è veramente trasversale basandosi su un geniale intreccio fra De Mita e Nichi Vendola con il risultato di dar vita alla splendida performance di non far capire una mazza ai suoi interlocutori.
L’oscurità spesso è una forma del potere o la conseguenza di mancanza di idee. Bergamo non mi pare uomo di potere.
Il tema che abbiamo di fronte è che anche le persone più pensose della Giunta romana non hanno un pensiero.
È come se la sindaca avvocata, geniale nel non far niente, abbia trasmesso ai suoi collaboratori la famosa regola: «Mi spezzo, ma non mi spiego».
E Bergamo è uno degli assessori migliori della Giunta grillina. Figuratevi gli altri.
Critiche fondate su fatti oggettivi: sporcizia, criminalità, assenza di progetto.
La replica è stata affidata, o se l’è presa, un giovane assessore della sindaca, Luca Bergamo, con un buon curriculum di manager della cultura, che lascia sbalorditi.
Se ricevi una critica generalmente è buona cosa accettarla e discutere nel merito.
Oppure spiegare perché non è ricevibile. Sempre con fatti alla mano.
MANCA UNA PROPRIA VISIONE. L’assessore Bergamo è, tra l’altro, esattamente come Paolo Berdini, un compagno di viaggio dei cinque stelle, e dovrebbe avere anche una propria visione delle cose.
Per farla breve, Bergamo avrebbe potuto dire a Sorrentino: «Faremo meglio», ovvero, «va già meglio».
Leggete invece che cosa ha risposto.
La parola a Bergamo: «Qui stiamo guardano al futuro con le lenti di chi sa di dover costruire strade nuove perché quelle disponibili non consentono di superare gli ostacoli enormi lasciati in eredità dal passato e allo stesso tempo è costretto a camminarvi sopra».
Che diavolo avrà voluto dire l’assessore, oltre che la colpa è di quelli che c’erano prima?
Quali «strade bisogna costruire» con le «lenti» (con le lenti?) che superino quelle disponibili?
L’interrogativo è cruciale perché annulla d’un botto l’annoso problema del programma e delle risorse per realizzarlo.
Qui Bergamo, con il talento dell’ottico, propone strade nuove su cui camminare. Ci spiegherà, forse.
«COLPE DI 30 ANNI FA». L'assessore però ha in serbo l’arma totale per mettere a tacere il talentuoso critico della Raggi che aveva a sua volta criticato il ''No'' alle Olimpiadi di Roma 2024.
Ecco il ragionamento: «Il futuro di cui la città ha disperato bisogno poggia su basi nuove. Non più sul mattone come leva finanziaria, non solo attraverso grandi eventi che fanno immagine ma pochissima redistribuzione. Neanche la velocità può essere presa come misura del moderno. Secondo me, il coraggio di inventare il futuro richiede oggi la responsabilità di mettere in discussione quelle presunte verità su cui è poggiato un modello di sviluppo che in 30 anni ha prodotto nuove enormi diseguaglianze e l’indebitamento di cui siamo ostaggio».
UN PO' DE MITA UN PO' VENDOLA. Bus che non vanno, sporcizia, clandestinità della Raggi e della Giunta?
Il problema, per Bergamo, è il modello di sviluppo degli ultimi 30 anni. È a monte, come si diceva una volta, molto a monte.
Il linguaggio di Bergamo è fantastico perché è veramente trasversale basandosi su un geniale intreccio fra De Mita e Nichi Vendola con il risultato di dar vita alla splendida performance di non far capire una mazza ai suoi interlocutori.
L’oscurità spesso è una forma del potere o la conseguenza di mancanza di idee. Bergamo non mi pare uomo di potere.
Il tema che abbiamo di fronte è che anche le persone più pensose della Giunta romana non hanno un pensiero.
È come se la sindaca avvocata, geniale nel non far niente, abbia trasmesso ai suoi collaboratori la famosa regola: «Mi spezzo, ma non mi spiego».
E Bergamo è uno degli assessori migliori della Giunta grillina. Figuratevi gli altri.
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