Cristian Iannuzzi e la ribellione ai talk show 5 Stelle
di Stefania Carboni - 29/11/2013 - Perché la Salsi no e loro sì? Sulla sua bacheca si apre il dibattito: «Se pensassi - spiega il deputato - che andare in TV facesse bene al MoVimento, ci andrei senza bisogno di chiedere l'autorizzazione. Sono un uomo libero»
Talk o no talk? Questo è il problema. Il deputato del MoVimento 5 StelleCristian Iannuzzi dice la sua, su Facebook, in un post non proprio accondiscendente cita il codice di comportamento dei parlamentari 5 stelle e relativo divieto alla partecipazione ai talk show. Non solo, nel post si allega il video di Casini (ripreso sul blog di Messora) ma sopratutto si ricorda l’esperienza di Federica Salsi: «espulsa dal M5S, senza processo assembleare né dibattito». E sotto il pensiero virtuale si scatenano domande e pareri degli attivisti.
IL POST DEL DUBBIO – «Il codice di comportamento dei parlamentari 5 stelle – spiega Iannuzzi – a cui dovremmo attenerci, recita “Evitare la partecipazione ai talk show televisivi“. In questi ultimi mesi invece, in barba a questa prescrizione, sempre più portavoce vengono mandati – dalla nostra comunicazione – nell’arena televisiva. E’ un bene o un male? Facciamo bella o brutta figura? Aiutiamo il MoVimento o lo affossiamo? Per non parlare del fatto che, l’altro anno, Federica Salsi venne espulsa dal M5S, senza processo assembleare né dibattito, per aver partecipato ad un talk-show televisivo. Sempre l’anno scorso, Marco Travaglio – sostenendo la posizione di Grillo sui talk-show – citava una massima di Arthur Bloch che dice “non discutere mai con un idiota: la gente potrebbe non notare la differenza». Il deputato allega sotto il video del collega Giarrusso in studio contro Pierferdinando Casini. Una ospitata che ha scatenato un dibattito di cui ne avevamo già parlato qui.
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NON SPORCHIAMOCI – In molti sotto sono d’accordo col deputato: «Cristian Veg Iannuzzi quello che dici è vero. Adattiamoci alle situazioni che per ovvi motivi (concessioni) ci vede deboli». Ma c’è anche chi disssente: «Per principio pubblicitario è sempre bene e democratico confrontarsi con tutti gli avversari politici».Sotto il deputato rincara la dose: «Se giudicassimo – spiega – l’attività politica del M5S, solo sulla base di quanto sono bravi, simpatici e mediaticamente efficaci i portavoce del MoVimento in televisione, allora forse non saremmo quei cittadini informati che portano avanti una rivoluzione in ambito culturale e politico, ma al contrario – probabilmente – solo un diverso risultato dei vent’anni di plagio mediatico, al quale le TV commerciali di Berlusconi hanno sottoposto il popolo italiano». Sotto però un utente gli chiede chiarimenti: «Gentile Cristian Veg Iannuzzi, sto capendo male io o il senso di questo post è sull’opportunità di dare la possibilità indistintamente a ogni portavoce del MoVimento Cinque Stelle di decidere in piena autonomia di mettersi a fare tv senza alcuna organizzazione?».
IO SONO UN UOMO LIBERO – Lui sotto replica ancora: «Io non sono gentile Carmelo, ma proprio per niente. Cmq non c’è nulla da leggere tra le righe di ciò che scrivo. Io scrivo solo quello che penso. In questo caso, volevo sondare l’opinione, su questa tematica, dei fruitori di FB. Tutto qui». E ancora: «A me non interessa andare in TV. Certo, se pensassi che andare in TV facesse bene al MoVimento, ci andrei senza bisogno di chiedere l’autorizzazione a nessuno. Sono un uomo libero». E Salsi? Mastangeli? Adele Gambaro? A rispondere arriva anche il collega Cosimo Petraroli:
Bella domanda Iannuzzi! Sul caso Federica Salsi credo che Beppe abbia fatto benissimo a sbatterla fuori per 2 motivi. 1) Salsi è consigliere comunale e non ha alcun senso partecipare a programmi di livello nazionale. Per parlare di cosa? Dei semafori non funzionanti del comune di Bologna? Non credo…
2) è stata cacciata non tanto per la partecipazione al programma in se, quanto per le dichiarazioni successive senza un minimo accenno di remora
Certo la comunicazione dei parlamentari 5 Stelle è cambiata. Il 12 giugno Di Maio spiegava: «Valuteremo di volta in volta dove andare e chi mandare” e a decidere sarà ”il gruppo parlamentare». E sugli esclusi dalle “precedenti riunioni di comunicazione”? «Verranno chiamati anche loro, a scaglioni», spiegò al tempo il vicepresidente della Camera. Peccato che però nel tubo caotdico girino quasi sempre le stesse facce. Iannuzzi rincara: «L’importante che si capisca che non c’è alcuna regola che impedisce ad un portavoce di andare in TV o per radio o sui giornali. La regola, che in verità è più un consiglio (secondo me di buonsenso), è di non partecipare ai talk show televisivi. Che poi manco questo semplice consiglio siamo capaci di mantenere, fa parte un po’ dell’improvvisazione comunicativa a cui siamo abituati nei gruppi parlamentari 5 Stelle.
questa è ovviamente una mia opinione. Spero di sbagliare. Spero che qualcuno veda più lungo di me. Vedremo».
questa è ovviamente una mia opinione. Spero di sbagliare. Spero che qualcuno veda più lungo di me. Vedremo».
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