“Berlusconi può ricorrere dove vuole. Ma da solo”.
E dunque non può, visto che gli è necessario l’ok della maggioranza della giunta immunità del Senato per ricorrere - sia in Consulta che alla Corte di Strasburgo - contro l’applicabilità della legge Severino al suo caso di decadenza da Palazzo Madama. Danilo Leva, responsabile Giustizia del Pd nonché vice presidente della giunta autorizzazioni a procedere della Camera, non vede margini di manovra “né per un ricorso alla Corte europea di Strasburgo”, la nuova tentazione del Pdl, “né tanto meno in Corte Costituzionale”, la vecchia idea già bocciata dal Pd. In vista di lunedì prossimo, quando è prevista la prima riunione della giunta del Senato per la discussione del caso Berlusconi, Leva chiude la prospettiva di tempi lunghi per l’esame della questione Cavaliere: “Il Pd contrasterà eventuali manovre dilatorie del Pdl”.
Il Pdl ha interesse a dilazionare i tempi del lavoro della giunta per le immunità sul caso Berlusconi, condannato in terzo grado per frode fiscale. Il Pd sostiene che non farà sconti ma che vanno rispettati i diritti del condannato. Non vede il rischio che la questione si trascini per mesi e che il Pd resti vittima di inevitabili polemiche interne? 
La giunta è un organismo paragiudiziario per cui la politica dovrebbe smetterla di fare indebite pressioni. La giunta si darà i propri tempi. Certo è che non potranno essere avanzati cavilli o pretesti solo perché si tratta di Berlusconi.
Il Pdl pensa ad un ricorso alla Corte europea di Strasburgo per contestare l’applicabilità della legge Severino al caso Berlusconi. Il Pd potrebbe acconsentire ad una richiesta del genere?
Fermo restando l’autonomia di valutazione dei componenti della giunta, chiamati a svolgere un ruolo delicato, la posizione del partito è chiara: la politica è chiamata ad applicare la sentenza della Cassazione. Berlusconi ha esercitato il proprio diritto di difesa nel processo secondo quelle che erano le disposizioni del codice penale e oggi non siamo ad un quarto grado di giudizio. Si applicherà la sentenza e la legge Severino. Io non vedo margini per un rinvio a Strasburgo: la legge è chiara e applicabile al caso Berlusconi così come è stata applicata ad altri casi. Berlusconi è libero di ricorrere dove vuole, ma per farlo non conti su aperture da parte del Pd.
Torno alla questione dei tempi. Realisticamente, se la Corte d’appello di Milano non dovesse esprimersi subito sul ricalcolo dell’interdizione e se in giunta la questione si trascinasse per mesi, il Pd quanto la potrebbe reggere senza polemiche sul piano politico?
La posizione nostra è chiara. Il Pd farà in modo che non ci siano dilazioni pretestuose e strumentali da parte del Pdl.
Come giudica le parole di Violante sul diritto alla difesa da parte di Berlusconi in giunta?
E’ una posizione autorevole ma corrisponde a un suo punto di vista. Io penso che il diritto di difesa come cittadino Berlusconi lo abbia esercitato nel processo e che la giunta non sia un quarto grado di giudizio. A Berlusconi vanno garantiti gli stessi diritti che a qualsiasi senatore: no ai pretesti e alle strumentalizzazioni che il Pdl sta dimostrando di voler mettere in atto.