Votare subito la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore ora che la condanna a 4 anni per frode fiscale è definitiva. È questo l'orientamento della maggioranza dei componenti della Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato presieduta da Dario Stefàno. Ventidue senatori su 23 sono stati infatti intervistati dalla Stampa e dalle risposte date sembra non ci sia speranza per il Cavaliere: sì alla decadenza senza la necessità di mandare gli atti alla Consulta né aspettare il giudizio della Corte d'appello sull'interdizione di Berlusconi.
Ecco le tre domande:
1 Alcuni senatori Pd, ma anche Socialisti, hanno sottoscritto un appello che fa proprio il «lodo Violante». La Giunta delle elezioni deve sollevare la questione di incostituzionalità della legge Severino alla Consulta?
2 Dopo un mese di riflessione, dalla seduta del 7 agosto al 9 settembre. La giunta quando potrà votare? 
3 Non sarebbe opportuno aspettare la Corte d’appello di Milano (e poi la Cassazione) che dovrà decidere la durata della pena accessoria, cioè l’interdizione dai pubblici uffici?

Dalle risposte è emerso come la maggioranza della Giunta ritiene che non vi siano le condizioni per rivolgersi alla Corte Costituzionale. Né sia politicamente utile aspettare i giudici di Milano prima e la Cassazione dopo sulle pene accessorie (da uno a tre anni di interdizione dai pubblici uffici) dopo la condanna a quattro anno di reclusione per frode fiscale. Un mese di dibattito politico e istituzionale non hanno spostato di un millimetro la maggioranza della Giunta. Si può ipotizzare, dunque, che entro settembre la Giunta chieda all’Aula di Palazzo Madama di pronunciarsi sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Consapevole di avere garantito il diritto di difesa, ma anche di non dover celebrare un quarto grado di giudizio.
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Berlusconi commosso
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Reuters
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I tempi si allungheranno: la sfida sulle procedure. Ma non sarà così semplice per la Giunta esprimersi subito, anche perché come ricorda il Messaggero, sembra quasi di assistere al "Gioco dell'oca". "I lavori della Giunta procederanno a prescindere dai tempi della Corte di appello di Milano e di qualsiasi altro collegamento. In linea puramente teorica è possibile che i due processi coincidano". Intervistato dal Messaggero, il senatore del Pdl Andrea Augello, relatore del provvedimento sull'incandidabilità di Berlusconi, non esclude la possibilità che i giudici ricalcolino l'interdizione dai pubblici uffici prima del voto in giunta. Che la decadenza del Cavaliere avvenga per effetto non della legge sull'incandidabilità ma della pena accessoria "è plausibile, ma non bisogna dimenticare che potrebbe esserci un ulteriore ricorso in Cassazione di Berlusconi", dice Augello. "Arrivati a tal punto, poi, la Giunta dovrebbe in ogni caso occuparsi anche di questo tipo di decadenza. Non punto a rinvii - assicura il senatore - ma l'interdizione ricalcolata dovrà passare per il voto parlamentare".
Berlusconi firma i referendum dei Radicali
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ansa
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