ROMA - L’Iva non aumenterà a ottobre ma, nella peggiore delle ipotesi, a gennaio. Ma per far slittare di qualche mese l’aumento arriva il balzello sulla benzina, che sarà più cara di due centesimi. Sempre che ci sia, cosa tutt’altro che scontata, un governo in carica in grado di presentare e far votare il provvedimento.
Non solo: le coperture per il mancato rialzo dell’Iva a ottobre arriveranno dall’aumento dell’acconto dell’Ires (al 103%) e dell’Irap per il 2013, oltre che dall’incremento delle accise sui carburanti per 2 centesimi al litro fino a dicembre 2013 e poi fino al 15 febbraio 2015 di 2,5 2,5 cent al litro.
Secondo quanto contenuto nella bozza del decreto legge sull’Iva, infatti, slitta da ottobre a gennaio l’aumento dal 21% al 22% dell’Iva. Prima della fine dell’anno verranno ‘‘ridefinite le misure delle aliquote ridotte” dell’Iva ”nonché gli elenchi da assoggettare alle medesime”.La copertura insomma ci sarebbe. Restano due dubbi: c’è molta differenza tra aumentare l’Iva e aumentare la benzina, ovvero aumentare indirettamente il costo di trasporto di tutti i beni? E soprattutto: da qui alla traduzione in legge del decreto potrebbe non esserci più il governo.
Non solo: la bozza di cui dà notizia l’Ansa è quella che dovrebbe (condizionale obbligatorio) essere discussa in un consiglio dei Ministri in programma per venerdì 27 settembre, ovvero oggi. Cdm di cui per diverse ore non si sono avute notizie e che poi è stato annunciato per le 19:30.
Sempre nella bozza la Cassa integrazione in deroga è rifinanziata per il 2013 con un’ulteriore somma di 330 milioni di euro ”da ripartirsi tra le regioni”. Soldi, anche questi, che arrivano dal rincaro della benzina e dai ritocchi degli acconti Irap e Ires.
1 commento:
Bravi italiani. Votate ancora il PDL così non pagate l'IMU (sipaga in tutto il mondo ed è la tassa più federalista che esista) e pagate tutto il resto.
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