INDUSTRIA, CALA LA PRODUTTIVITÀ:
LA SPAGNA SUPERA L'ITALIA
Martedì 24 Settembre 2013
BRUXELLES - Peggiora la produttività dell'industria nostrana, con l'Italia che è l'unico paese dell'Eurozona che, insieme alla Finlandia, ad avere un dato negativo, subendo anche il sorpasso della Spagna. Emerge dal rapporto 'Competitività' che approverà domani laCommissione Ue a Bruxelles, i cui contenuti l'Adnkronos è in grado di anticipare. Per Bruxelles, a causare questo declino negli ultimi 10 anni sono stati gli aumenti del salario lordo nominale combinato con una scarsa crescita della competitività. Persino la Grecia, messa in ginocchio dalla crisi, ha migliorato la produttività, insieme alla Spagna che ha sorpassato il Belpaese, e questo perchè nonostante la crisi ha fatto le necessarie riforme sul mercato del lavoro per spingere la competitività. La Commissione Ue ha in più sedi sollecitato l'Italia a spostare la riduzione del carico fiscale dalla casa al lavoro e alle imprese. Male anche il costo dell'energia. In Italia e Cipro si registrano i livelli più alti di tutta la zona Euro. Alla luce di questo scenario, domani Bruxelles solleciterà a Roma ad accelerare le riforme necessarie per la competitività industriale e dunque per la creazione di posti di lavoro. DEINDUSTRIALIZZAZIONE Dal 2007 in Italia è in corso una forte deindustrializzazione. Il paese resta sopra la media Ue, ma il trend di smantellamento è tra i più veloci dell'Eurozona. È quanto emerge dal rapporto sulla Competitività che approverà domani la Commissione europea, i cui contenuti l'Adnkronos è in grado di anticipare. Secondo il rapporto, in generale anche il resto d'Europa presenta un trend di deindustrializzazione. A perdere terreno, accanto all'Italia, anche la Finlandia. Bruxelles segnala che in termini di competitività l'Europa ha fatto dei progressi, ma restano ancora molte sfide da superare. La maggior parte dei paesi Ue mostra dei problemi, eccetto la Germania che registra dei buoni risultati. A pesare gli «alti costi dell'energia», la «burocrazia», la «scarsa spesa in ricerca e innovazione» e i «problemi di accesso al credito».
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