domenica 16 giugno 2013

Era ora. Ortodossi grillini ormai sono presenti solo a Pavia e Voghera. Poveri noi.


SCENARI

I grillini che si preparano alla fuga

La fronda interna al M5s c'è: 30 deputati su 109 pronti a fare le valigie. E passare al gruppo misto. Le prime due defezioni.

di Marco Todarello
C’è chi già intravede un’emorragia insanabile e chi invece parla di fisiologici movimenti necessari all’assestamento di qualsiasi nuovo gruppo politico, ma gli innegabili mal di pancia nel Movimento 5 stelle prendono sempre più le sembianze di una bomba a orologeria: una fonte di Montecitorio vicina al gruppo dei grillini ha rivelato a Lettera43.it che almeno 30 deputati su 109 sarebbero pronti a fare le valigie nei prossimi giorni per passare al gruppo misto.
Tra questi, oltre a Tommaso Currò , Adriano Zaccagnini e qualche altro nome già apertamente in contrasto con i vertici del Movimento, ce ne sono molti insospettabili, e che fino a poco tempo fa non avevano svelato segni di dissenso, nemmeno con i colleghi.
IL RIPENSAMENTO DI FINE GIORNATA. Il 4 giugno due di loro erano pronti ad annunciare a Laura Boldrini le dimissioni dal gruppo dei pentastellati alla Camera, ma a fine giornata ci hanno ripensato. L’ultima parola, però, non è ancora stata pronunciata.
LA VISITA A ROMA RINVIATA. Per la mattina del 5 giugno Beppe Grillo era atteso a Roma proprio per incontrare il gruppo dei deputati del Movimento e fare il punto sui dissidenti, reali o presunti. E la sensazione di molti pentastellati era che sarebbe stato un incontro nell’ottica del «chi è dentro è dentro chi è fuori è fuori».
Insomma, non proprio quell’«uno vale uno» in cui tutti avevano creduto fin dalla fondazione del Movimento.
Alla fine, però, il leader ha rinviato la sua visita a Roma per la prossima settimana. E, al momento, nessuno se l’è sentita di fare il primo passo.
LE SPACCATURE RESTANO FORTI. Al momento c’è molta confusione, e il dissenso non omogeneo è dimostrato dalla evidente spaccatura tra gli ortodossi – i fedelissimi ai capi supremi Grillo e Gianroberto Casaleggio – e chi invece vorrebbe più confronto per arrivare sempre a decisioni condivise.
«Il Movimento soffre un evidente paradosso», ha spiegato la fonte a Lettera43.it. «E cioè da un lato l’enorme potere, soprattutto sul piano psicologico, concentrato nelle mani di due sole persone, e dall’altro un assemblearismo dei parlamentari quasi patologico, la mancanza di una struttura partitica che paralizza molte decisioni».

Lo scollamento fra i vertici e la base

C’è poi uno scollamento forte tra i vertici del Movimento e la base: le dichiarazioni al vetriolo che Grillo affida al suo blog arrivano agli stessi parlamentari come fulmini a ciel sereno.
Loro non ne sono mai informati, e c’è chi crede che anche i capigruppo siano all’oscuro di tutto.
IMBARAZZO CON GLI ALTRI GRUPPI PARLAMENTARI. Un modo di agire che provoca imbarazzo nei rapporti con gli altri gruppi parlamentari (così è accaduto nel caso delle parole su Stefano Rodotà, definito «un ottuagenario miracolato dalla Rete») e che complica ulteriormente un’attività parlamentare «già segnata dalla disorganizzazione e dalla mancanza di coordinamento», come racconta preoccupato un deputato trentenne. Tutti, comunque, lamentano la lontananza di Grillo da Roma, dove va sempre meno e che dimostra di conoscere poco l’attività quotidiana dei parlamentari con tutti gli ostacoli e il relativo carico di tensione.
L’insofferenza è chiara anche sulla questione dei 10 eletti autorizzati ad andare in tivù dopo un corso televisivo: «Perché loro sì e noi no?», si chiede qualcuno. «In base a quali criteri sono stati scelti?».
RESTITUIRE DIGNITÀ POLITICA AL MANDATO. Tuttavia la parola “dissidente” non piace quasi a nessuno. Non si tratterebbe di una fuga, ci tengono a sottolineare, e nemmeno di un gesto polemico per voltare le spalle alle idee che li hanno portati in parlamento: l’eventuale passaggio al gruppo misto sarebbe, invece, un modo per restituire dignità politica al loro mandato.
Un mandato in cui, nei primi tre mesi, hanno «lavorato sodo», con il loro nome tra i firmatari di «importanti proposte di legge» come l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, quella contro l’omofobia o l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul dissesto finanziario del Monte dei Paschi di Siena.
RICOMPORRE LE FRATTURE QUOTIDIANE. Qualcuno è fiducioso, e spera che le incomprensioni e il malcontento possano essere cancellati da un confronto quotidiano e costante che permetterà di ricomporre queste fratture, e forse da una parziale riorganizzazione interna, auspicata da molti.
La visita di Grillo a Roma, prevista per la prossima settimana, potrebbe segnare un cambiamento di direzione. La sensazione, questa volta, è che non basterà qualche rassicurante slogan: il messaggio per lui e Casaleggio è abbastanza chiaro.
Mercoledì, 05 Giugno 2013

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