Liste raffazzonate alle amministrative, uno streaming che non s’aveva da fare, parole morbide ed elusive nei confronti dell’ultima fuoriuscita Paola De Pin. Beppe Grillo sembra aver indirettamente recepito le critiche mossegli la scorsa settimana da Adele Gambaro, espulsa dopo un voto degli attivisti sul blog. E a margine di un incontro elettorale a sostegno del candidato a sindaco di Ragusa, Federico Piccitto, per la prima volta si apre all’autocritica. "Alle amministrative abbiamo fatto degli errori, ma abbiano capito dove abbiamo sbagliato e non lo faremo più" spiega l’ex comico. “L'errore - spiega Grillo - è stato di fare 200 liste, 50 delle quali in Sicilia, e non dedicarci ai capoluoghi, come Messina e Catania, con liste raffazzonate, fatte anche di brave persone, che erano già distrutte al loro interno perché erano entrate persone non compatibili con il Movimento. Abbiamo fatto un errore, non lo rifaremo più”. "Io posso essere brusco - ha aggiunto - posso essere arrabbiato e dire qualche parolaccia. A volte sbaglio, ma è la rabbia che sento. Ma una rabbia buona che ha creato un movimento con 9 milioni di persone, andando al voto in maniera democratica, non ha creato manifestazioni contro la polizia. Questo lo devono riconoscere al movimento".
Sulla vicenda della senatrice De Pin taglia corto: “L'ho saputo, ma sono scelte personali, non so come andrà e non entro nel merito di queste cose, non c'entra con quello che è già successo”. Una linea soft, che combacia con le telefonate concilianti fatte negli scorsi giorni ai deputati dissidenti Paola Pinna e Tommaso Currò.
Ma la riflessione si allarga anche al recente passato, e va a puntare i riflettori sul periodo della formazione del governo. “Gli incontri trasmessi in streaming sono stati un errore. Soltanto noi potevamo fare passare Letta come uno statista, è stato fantastico, e il povero Bersani 'Gargamella’ ha fatto la figura di quello che veniva preso in giro”. “In realtà – si giustifica - il governo Letta era già stato progettato da Bruxelles e il nostro presidente della Repubblica ci ha messo il suo impegno per farlo”.
Contro l’esecutivo, ed in particolare nei confronti del premier, Grillo aveva già scritto un duro post sul proprio blog nel corso del pomeriggio:
Chi da bambino non ha giocato a "Dire, fare, baciare, lettera, testamento"? Finiva sempre che si doveva dire di essere un carciofo, un pirla, un piciu, un mona (dipendeva dalle regioni) a voce alta, che si era costretti a qualcosa di innominabile come baciare un cane bavoso sulla bocca (mai la compagna di classe più carina!), farsi scrivere dai compagni con vigore da carpentiere una lettera e il proprio testamento sulla schiena. Peggio c'era solo lo schiaffo del soldato dove a turno i cosiddetti amici si esercitavano a chi dava lo schiaffo più forte sulla mano del malcapitato di turno. Il Nipote di suo Zio, Capitan Findus Letta sicuramente conosce la tiritera. Lo si capisce da come la applica passo dopo passo. Nel primo mese c'è stata la fase del Dire, del salvataggio del Paese, del senso di responsabilità, delle priorità irrinunciabili del lavoro, dell'occupazione, dei conti pubblici. Una fase in cui il Nipote ha dato il meglio di sé con l'annuncio della fine del finanziamento pubblico ai partiti mai avvenuto. E' arrivata quindi la fase del Fare, quella delle frasi che lasciano il segno e che rendono giustizia a un governo operoso: "Il tema lavoro è in rampa di lancio" e occorre "solo concretezza" (da parte di chi se è lecito sapere?), oppure "Siamo un paese serio, non siamo più osservati speciali, abbiamo i numeri a posto", (quali numeri, quelli della disoccupazione giovanile? del debito pubblico? delle aziende che chiudono una al minuto? di che numeri parla? dei numeri del lotto?). Per il Nipote dopo due mesi del governo del Dolce Far Nulla ci siamo già meritati una riconquistata reputazione. Capitan Findus assomiglia a un annunciatrice televisiva, solo che dopo l'annuncio non c'è il programma, ma l'intervallo. A furia di Dire e Fare, con l'IVA che forse aumenta e forse no e la presa per il culo del rinvio dll'IMU che dovremo pagare se non troveranno altre risorse (leggesi altre tasse dirette e indirette) e discussioni sui massimi sistemi, Capitan Findus sta arrivando alla fase del Baciare. Una prova che supererà senza sforzo, si tratta solo di baciare il culo di Berlusconi per sopravvivere il più a lungo possibile, un bacio che per un pidimenoellino è consuetudine decennale. La fase della Lettera arriverà in autunno o al più tardi a primavera, la scriveranno sulla schiena di Letta&Alfano milioni di taliani, i cassintegrati senza più cassa integrazione, i precari, i licenziati, gli sfrattati. Una lettera di licenziamento in tronco. A Letta, il più insignificante presidente del Consiglio del dopoguerra, rimarrà solo la fase del Testamento. Ci lascerà un'Italia impoverita e rabbiosa. Dopo aver tirato a campare, il pdmenoelle tirerà le cuoia. Requiescat in pace.