Così muore la libertà, sotto gli applausi scroscianti della Rete
Pubblicato: 19/06/2013 18:04
Dopo l'ennesima espulsione, quella della senatrice Gambaro, la domanda alla quale rispondere risulta in fondo semplice. Ed è la seguente: Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio credono davvero alla loro propaganda sulle capacità salvifiche de "La Rete"?
Per i due capi politici del movimento (con Grillo, dal punto di vista ideologico, spesso "megafono" di Casaleggio) Internet è una sorta di Eldorado dove tutto è giusto e tutto funziona. "La Rete è francescana, anticapitalistica: nel Web le idee e la loro condivisione valgono più del denaro" dicono. Per i due, la vera democrazia è solo connessa: "La Rete può essere spiegata con queste tre parole, che stanno alla base della democrazia diretta: uno vale uno".
Non solo, potenza della santissima Rete, nel mondo non esistono più capi: "I leader politici non hanno senso, sono una contraddizione in termini. Gli uomini della Provvidenza appartengono ad una visione infantile della politica. Chi si definisce 'leader' dovrebbe essere sottoposto al trattamento sanitario obbligatorio". (le citazioni sono tratte da "Siamo in guerra" di Grillo-Casaleggio).
Ecco, questa fede cieca, dove le connessioni tra server e persone diventano una sorta di pietra filosofale, potrebbe rientrare nel campo dell'entusiasmo, dei neofiti che riescono a vedere solo i benefici dell'ultima "figata", che si appassionano ad ogni novità senza rendersi conto dei lati oscuri e dei risvolti negativi (si può pensare davvero che Internet, motore della quarta rivoluzione industriale, sia "anti-capitalista"?).
La verità, però, è che il credere a tali baggianate sarebbe, questo sì, infantile. La Casaleggio Associati è un'azienda che da dieci anni si occupa di marketing digitale: realizza campagne di opinione e di pubblicità online (anche piuttosto aggressive) e ha elaborato vari studi e modelli a riguardo. Casaleggio conosce perfettamente la differenza in Rete tra "influencer" e normali utenti, tra personaggi noti e sconosciuti parlamentari (lo stesso Casaleggio dichiarò nel 2010: "Chiunque abbia come Beppe una grande credibilità e una grande capacità di comunicazione a priori, prima della Rete, con la Rete può esplodere. Però questi due fattori, la credibilità e la popolarità, non sono comuni, pochissime persone ce l'hanno").
Negli studi milanesi del manager a guida del Movimento, esperti e gli strateghi ben retribuiti sono perfettamente al corrente dei limiti della Rete, di come questa possa essere manipolabile e quali siano le leve per orientare opinioni e consenso nel continente connesso.
Oggi si arriva ad una votazione sul caso della senatrice Gambaro che si è permessa di criticare il capo. Questi i risultati: vincono i favorevoli all'espulsione con 65,8 per cento dei voti.
In questa votazione digitale, però, fatta sul blog di Grillo, non ci sono le ragioni della sen. Gambaro, c'è scritto solo quello che vuole lo staff del comico, non ci sono rappresentanti di lista, non ci sono certificazioni del voto. Uno "non" vale uno: nessuno online ha un presenza neanche paragonabile a quella di Beppe Grillo, figuriamoci una senatrice che fino a qualche giorno fa nessuno conosceva.
La Rete, insomma, questa votazione lo dimostra, può diventare un perfetto strumento di manipolazione, può essere in grado di orientare il consenso con risultati probabilmente migliori di quelli che si possono ottenere con i media tradizionali.
"È così che muore la libertà... sotto scroscianti applausi" dice Padmé Amidala, madre di Luke Skywalker, in Star Wars. Ecco, questo abbiamo visto oggi, la libertà di critica che muore sotto gli applausi scroscianti della Rete.
Forse con questa votazione il Movimento 5Stelle continuerà la sua implosione. Eppure una lezione, Grillo e Casaleggio, ce la stanno fornendo. La Rete è come tutti i media: un grande strumento che presenta rischi e contraddizioni. E chi dice il contrario o è ingenuo o è in malafede.
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