“C’è un clima di sospetto, il prossimo buttato fuori potrei essere io per questa intervista”. Sono tre mesi che Tancredi Turco non rilascia interviste. Giovane avvocato penalista, eloquio mite, è il capogruppo del Movimento 5 stelle nella commissione Giustizia di Montecitorio. Si è trovato spesso non in linea con le decisioni prese dal gruppo, ma l’assemblea nella quale è stata decretata l’espulsione di Adele Gambaronon l’ha proprio digerita. “Ho sempre lavorato per il bene del Movimento, per farlo crescere – spiega – ma se il principio è quello che se esprimi una critica personale vieni espulso, allora il prossimo potrei essere io per quello che sto dicendo, anche se la mia intenzione è solo quella di far crescere il gruppo”. Occhi puntati verso la collega Paola Pinna, per le cui parole in molti hanno già chiesto l’allontanamento. Turco riflette e poi scandisce sillabando: “Sono assolutamente contrario a qualunque tipo di allontanamento dal Movimento. Così come ho detto ieri in assemblea”. “Ma – conclude – quello che è successo ieri darà il via ad una serie di espulsioni. Noi chiediamo semplicemente una linea meno oltranzista e più democratica”.
Ieri come ha votato?
Ho votato perché la senatrice Gambaro non venisse espulsa.
Perché?
Anzitutto dal punto di vista mediatico lo trovo un enorme autogol. I giornali oggi non parlano che di quello. Hanno spiegato che nessuno deve andare contro le decisioni dell’assemblea, e che deve passare all’esterno il fatto che lavoriamo, i contenuti delle nostre proposte di legge. Allora non capisco perché convochiamo queste riunioni per discutere l’espulsione di uno dei nostri quando sappiamo il peso mediatico che poi avrà quella decisione. In tutto questo c’è una profonda contraddizione.
Va bene l’autogol mediatico. Ma nel merito della vicenda?
Intanto non capisco perché non sia stata fatta la diretta streaming, visto ci professiamo chiari, puliti, e affermiamo che tutti ci debbano vedere e ci possano osservare. Io ovviamente avevo votato a favore.
Per quale motivo?
Perché, se dobbiamo rimandare alla rete il voto, tutti gli attivisti avrebbero potuto vedere il dibattito e farsi un’idea precisa di quello che è successo. Era uno dei nostri cavalli di battaglia, e adesso all’improvviso non si fa.
Tu che idea ti sei fatto?
Considero tutti i deputati e i senatori del M5s come una grande famiglia, dei fratelli e delle sorelle. Ogni volta che se ne va qualcuno mi piange il cuore. Ma se dobbiamo dare l’idea di essere uniti non capisco perché dobbiamo continuamente buttar fuori gente.
Gambaro dunque non doveva essere espulsa?
Pur non rimangiandosi quel che aveva detto, la senatrice è venuta tra noi e ha letto una lettera con la quale ha chiesto scusa per il disagio che aveva creato. Per me questo era più che sufficiente.
Ci sono stati alcuni interventi di Beppe Grillo sul blog che hanno alzato il livello dello scontro.
Grillo ha invitato la senatrice a dimettersi qualora non fosse stata più in linea con il Movimento, non mi risulta che abbia chiesto nessuna espulsione. A quello ci hanno pensato Vito Crimi e Nicola Morra.
A quel punto il destino di Gambaro era segnato.
In realtà non me l’aspettavo. Questa volta pensavo che saremmo stati in maggioranza a votare per la non espulsione. Anche perché se si continua così sarà solo la prima di una lunga serie.
Sta dicendo che è stato sancito il divieto di critica nel Movimento?
Sto dicendo che potrebbero esserci altri che dicano cose non perfettamente in linea. Tra l’altro il nostro regolamento non prevede espulsioni per questo tipo di vicende. Abbiamo sempre votato tutti perfettamente coerenti in Aula, mai nessuno si è messo contro quel che decide la maggioranza, dunque non vedo nulla di male se qualcuno rilascia delle dichiarazioni a titolo personale.
Grillo non è del suo stesso avviso, ha detto che Gambaro “non vale niente”.
Il sospetto che molti hanno è che chi rilascia dichiarazioni di questo tipo lo faccia perché vuole essere espulso per poi tenersi i soldi. Posso assicurare che così non è. La prossima settimana ci sarà un conto corrente per versare le eccedenze e tutti potranno dimostrarlo.
Scusi, sta dicendo che Grillo aveva un sospetto del genere?
Evidentemente sì. Poi lui è anche un tipo sanguigno e comprensibilmente ha reagito nel modo in cui ha reagito.
Alcuni suoi colleghi dicono che la prossima ad essere espulsa sarà Paola Pinna per alcune dichiarazioni rese alla Stampa.
Mi auguro che non se ne vada più nessuno, e che all’ordine del giorno non ci sia mai più la decisione di buttare fuori qualcuno. A meno che non trasgredisca il regolamento, che non contempla l’espulsione se qualcuno avanza una critica.
Pinna dunque non deve essere allontanata?
Assolutamente no.
Il caso-Gambaro non è un buon segnale in questo senso.
Ieri sono intervenuto, e non lo faccio spesso. Ci tenevo particolarmente perché secondo me quello che è successo dà inizio ad una serie di future espulsioni. Magari il prossimo potrei essere io. Ho sempre lavorato per il bene del Movimento, per farlo crescere ma se il principio è quello che se esprimi una critica personale vieni espulso, allora mi potrebbero cacciare per quello che sto dicendo a lei.
Alcuni senatori hanno criticato Riccardo Nuti. Sostengono che al Movimento fanno più male i suoi toni che non le parole di Gambaro.
Concordo. Da parte di alcuni c’è un clima di sospetto. Ti guardano male se non sei totalmente in linea. Ma io sono fiero e orgoglioso di stare nel Movimento 5 stelle. Proverò a cambiarlo, ma dal di dentro, non ho intenzione di uscire.
Perché questo clima?
Non lo so e non lo capisco. Qualcuno parla di compravendite, ma mi sembra che sia stato smentito. Se si dice che qualcuno di noi vuol fare un altro gruppo, faccia i nomi. Perché lanciare il sasso e nascondere la mano? C’è solo un gruppo che vuol lavorare dall’interno per migliorare le cose, far passare una linea meno oltranzista e più democratica.
Si sente a rischio dopo questa intervista?
Assolutamente no perché non ho detto nulla contro il Movimento 5 stelle. Cerco solo di migliorarlo in maniera democratica. Mi sono sempre attenuto alle decisioni della maggioranza, pur spesso essendo in disaccordo.