domenica 20 ottobre 2013

Monti ha ragione. Basta giochetti di politici incalliti. Basta altrimenti quegli incompetenti e incapaci e ignoranti di grillini arriveranno al 40%. Non si può dare il paese in mano a persone ciniche e populiste.


La guerra di Monti a Berlusconi

di  - 20/10/2013 - E il ruolo che gioca il voto sulla decadenza nel conflitto del centrodestra italiano. In vista delle elezioni

La guerra di Monti a Berlusconi
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Un governo che si inginocchia davanti ai diktat del Pdl e il cui nome, in materia economica, «si scrive Letta ma si legge Brunetta». Inseme alle facezie su Empy, Mario Monti rivendica così per Scelta Civica il ruolo di “pungolo” dell’esecutivo, nonostante le sue dimissioni dettate, come spiega, «dalla necessità di restituire serietà alla politica» e di portare allo scoperto il ‘gioco’ di Mario Mauro e Pier Ferdinando Casini: «Si stanno riavvicinando al Pdl per ragioni elettorali, dopo che Mauro mi ha pregato di prenderlo nel partito». Un’intervista, quella rilasciata dal Professore a Lucia Annunziata, in cui non sono mancati i sassolini rotolati fuori dalle scarpe dell’ex presidente del Consiglio. E che soprattutto riesce a regalarci un’analisi interessante sull’attuale momento politico del Popolo delle Libertà e del “resto del centrodestra” italiano. Che evidentemente, pensando a elezioni a breve termine e scommettendo sulla fine politica di Berlusconi, cerca di riorganizzarsi come può.
mario monti daria bignardi empy

IL DISDEGNO DEL PARTITO DEL NUOVO CENTRODESTRA - Alcuni degli undici senatori di Scelta Civica hanno detto a Monti che voteranno per la decadenza, fa sapere il professore. E in effetti il centro del nodo politico sembra essere di nuovo quello: è chiaro che l’atteggiamento nei confronti del Cavaliere sarà la cartina di tornasole di questo nuovo progetto politico. In cui Alfano è deciso a giocare il ruolo del protagonista senza però infastidire troppo Berlusconi dopo la figuraccia del Senato, e Casini potrebbe tornare a guardare al centrodestra rinnovato per giustificare quella che rimane un’alleanza naturale, Silvio a parte e soprattutto da parte. In qualsiasi modo vada quel voto, già aprire una breccia nei senatori di Scelta Civica costituirebbe per il Cavaliere una piccola speranza di salvarsi (non ci sono comunque ancora i numeri).
MONTI IL DURO – Monti, di fronte a questo disegno, veste i panni di chi lo avversa. Scelta Civica non mina la stabilità del governo di larghe intese, “il meglio che il Paese potesse desiderare in questo momento”, ma dice chiaramente che “deve essere il governo del fare” mentre, a causa delle dinamiche interne a Pd e Pdl, “si comporta come governo del disfare”, rimettendo in discussione molto di quanto fatto nei mesi scorsi dall’esecutivo Monti. In politica economica, poi, “deve smetterla di inginocchiarsi davanti ai diktat del pdl, come fatto sull’Imu”, dice ancora Monti dalla Annunziata. Tanto che spesso “si scrive governo Letta, ma si scrive Brunetta”.
LE DIMISSIONI – A questo è legata la sua scelta di dimettersi: “Occorre dare serieta’ alla politica” per dare risposta a quei giovani che ieri in piazza chiedevano “futuro e crescita: due cose che oggi la politica non e’ in grado di offrire”. E “serietà significa anche giocare a carte scoperte, il contrario di quanto stanno facendo Mauro e Casini che cercano di riallacciare con il Pdl solo “per calcoli elettorali, perché evidentemente da quella parte vedono spazi in piu’”. Non un tabù, per il Professore, la parola alleanza con il Pdl ma, certo, deve trattarsi di un Pdl diverso da quello visto fin qui, “depurato da certe personalità e certi meccanismi”. Il riferimento è a Silvio Berlusconi, per la cui decadenza Mario Monti ha detto di essere intenzionato a votare – “e vedremo se in Italia c’è uno stato di diritto…”, chiude, e si candida ad essere il vero nemico politico di Berlusconi nel centrodestra italiano. In vista delle elezioni, è bene ricordarselo.

1 commento:

Unknown ha detto...

Cambiare presto rotta.

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