Malumore senatori M5S: “Senza piattaforma, non rappresentiamo la base”
Gli eletti del Movimento 5 Stelle denunciano la mancanza di una linea politica e all'interno c'è chi chiede l'incontro con i cittadini. Ma dopo mesi di promesse ancora non è stata messo a punto lo strumento elettronico per la partecipazione dal basso. In Lazio, Lombardia e Sicilia c'è un esperimento, ma sul piano nazionale nessun aggiornamento
Portavoce a 5 Stelle senza voce. Di un’estate di polemiche e colpi di scena, è rimasto un elenco di problemi da affrontare e una riunione trasmessa in streaming. Il Movimento 5 Stelle si ritrova a Roma dopo poco più di due settimane di vacanze e i problemi sembrano essere lievitati. Comunicazione, grillismo e strategie politiche, ma soprattutto il contatto con la base e quellademocrazia diretta che ancora non ha interlocutori o strumenti. “Ma chi rappresentiamo”, ha detto il senatore Giuseppe Vacciano, nel corso dell’assemblea del rientro, “se la piattaforma per confrontarci con la base non è ancora pronta? Così non siamo portavoce, ma solo politici un “po’ migliori” degli altri. Però non siamo venuti qui per fare questo”. E’ il progetto cardine del Movimento: usare la rete per la partecipazione politica e permettere a tutti i cittadini di dire la propria opinione, fare proposte di legge e commentare le iniziative dei rappresentanti. Un’idea capace di fare la rivoluzione, come dicevano, promessa da Beppe Grillo all’inizio del 2009 e poi rimasta nelle penne degli attivisti e dei rappresentanti al potere.
E il disagio, ora che le discussioni interne sono sempre più insistenti, comincia a farsi sentire. “Io voglio”, ha detto Elena Fattori, “rappresentare la base, non me la sento di prendere queste decisioni. Dobbiamo consultare chi ci ha eletto, perché non c’è ancora una piattaforma?”. Ha smentito di essere tra le ‘aperturiste’, una del gruppo di eletti che cerca il dialogo con il Pd, ma vuole risposte sul fronte della partecipazione: “Incontriamoci con chi ha lanciato l’idea su base regionale e organizziamoci anche noi”. Massimo Artini, responsabile in Parlamento per il progetto della piattaforma dice che è tutto sotto controllo: “Ho scritto una email a Gianroberto Casaleggio per sapere a che punto siamo. Stiamo lavorando, dobbiamo coordinarci”. Così anche Vito Crimi: “Dobbiamo avere pazienza, ci stanno lavorando”. Ma il tempo di attesa dal giorno in cui il collaboratore Filippo Pittarello a Roma ha detto che mancava poco è aumentato sempre di più. Prima doveva essere gennaio, poi giugno, poi la fine dell’estate. E ancora non è stato fatto quasi nulla.
Per risolvere quello che sembra essere il primo degli ostacoli, non bisogna andare troppo lontano. Un progetto esiste: si chiama Parlamento elettronico ed è partito il 10 luglio nel Lazio. Funziona su una piattaforma online, studiata con esperti informatici e studiosi dell’università di Bologna. E con il placet di Casaleggio e Beppe Grillo. “Con loro ci vedremo a metà settembre”, ha confermato Barillari, “non so a che punto sia la piattaforma nazionale, ma a Milano conoscono bene il nostro progetto e aspettano di vedere come andrà l’esperimento. Di sicuro il nostro è studiato per lavorare anche a livello nazionale, quindi se si decide di estendere l’idea, non ci sarà problema”. L’esperimento è su base regionale e sta mobilitando un gran numero di persone per far diventare realtà quello che è il sogno mai realizzato del Movimento: la democrazia dal basso. Anche se le criticità, dice il consigliere, non mancano: “La preoccupazione di Casaleggio, giustamente, è la sicurezza. Ci sono tanti punti da risolvere, ma noi intanto cominciamo”.
La nuova data di attesa a livello regionale è il 14 settembre, con il primo corso di formazione per i certificatori. “In quell’occasione”, ha detto il consigliere regionale Barillari, “distribuiremo i token, ovvero le chiavette che contengono i codici speciali per accedere al sistema”. Si comincia con 600 aderenti nel Lazio, 100 in Sicilia e 300 in Lombardia. “Ma il nostro obiettivo è quello di allargarci e ampliare il nostro raggio a tutta la popolazione e di qualsiasi schieramento politico”. Gli aderenti al Movimento 5 Stelle iscritti prima del 31 dicembre 2012 hanno accesso ad un’area riservata, ma la partecipazione non verrà preclusa a nessuno. “Ci sono molte cose da fare, cercheremo di farlo al meglio. Non so cosa abbia in mente la Casaleggio Associati, non so su cosa stia lavorando, ma noi ci siamo e siamo pronti a dare il nostro contributo”.
1 commento:
Mandiamoli a casa al più presto
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