Sondaggi politici Italia: sì alla decadenza di Silvio Berlusconi dal 73% degli italiani. I dati Swg per Agorà Estate
L'Huffington Post | Pubblicato: 13/09/2013 15:12 CEST | Aggiornato: 13/09/2013 15:15 CEST
Più di due italiani su tre (73%) ritengono che la giunta per le elezioni del Senatodebba far decadere Berlusconi da senatore. A esserne convinta è quasi la totalità dell'elettorato di centrosinistra (98%), mentre la pensa diversamente un'ampia fascia di elettori del Pdl (89%), che non approverebbe un esito del voto favorevole alle decadenza del proprio leader. È quanto emerge da un sondaggio realizzato dall'Istituto Swg in esclusiva per Agorà Estate, su Rai Tre. Per il 60 percento degli italiani, inoltre, se Berlusconi decadesse da senatore il Pdl dovrebbe continuare a sostenere il governo Letta, ma per oltre la metà degli elettori del Pdl (52%) il Cavaliere dovrebbe far cadere l'esecutivo.
È stato chiesto agli elettori se continuerebbero a votare il centrodestra anche senza Berlusconi. Più di due elettori su tre del Pdl (67%), e oltre la metà di centrodestra (59%), voterebbe la nuova Forza Italia anche se non fosse Berlusconi a guidarla. Il 70 per cento dell'elettorato azzurro, però, vorrebbe che ci fosse proprio il Cavaliere a capo della formazione, anche nel caso non potesse più candidarsi. A pensarla diversamente è oltre la metà degli italiani (63%) e un'ampia fascia dell'elettorato di centrosinistra (81%), secondo cui il leader del Pdl dovrebbe ritirarsi a vita privata. Quanto al dopo Berlusconi, per oltre la metà (59%) degli elettori del Pdl, il nuovo leader del centrodestra dovrebbe essere una figura simile al Cavaliere; per più di un italiano su 4(28%), invece, dovrebbe assomigliare a Matteo Renzi.
I partiti: il Pdl è in testa Restano pressoché stabili il Pdl (+0,1%) - che si conferma primo partito nelle intenzioni di voto con il 28 per cento dei consensi - e il Pd, che segue con due punti di distacco; cresce il Movimento 5 Stelle (+0,7%), che supera la soglia del 20 per cento (20,5%). Perde quasi un punto Sel (-0,8%), che scende sotto la soglia del 5 per cento (4,8%), mentre resta pressoché stabile la Lega (-0,1%), al 4,6 per cento. Salgono leggermente Scelta civica (+0,2%) e Fratelli d'Italia (+0,3%), rispettivamente al 4,1 e al 2,2 per cento. Lieve crescita anche per Rifondazione comunista-Rivoluzione civile (+0,2%), che si attesta all'1,8 per cento, mentre non varia il dato relativo a La Destra, all'1,3 percento. Perde quasi mezzo punto l'Udc (-0,4%), che scivola all'1,2 per cento; chiude l'Idv (-0,1%), che si attesta all'1,1 per cento.
Renzi stacca Napolitano. La fiducia degli italiani nel governo delle larghe intese è cresciuta di 4 punti rispetto alla settimana scorsa, attestandosi al 29 per cento. In crescita anche la fiducia nel premier Enrico Letta (+1%), che raggiunge il 41 per cento. Da notare che è in crescita la fiducia in tutti i leader italiani, con Matteo Renzi che stacca Napolitano con il 51% contro il 47%. Su che cosa dovrebbe avvenire qualora cadesse l'esecutivo, il 40 per cento degli italiani, e per oltre la metà degli elettori del Pd (54%), ritiene che Enrico Letta dovrebbe appoggiare Renzi. Favorevole a una nuova candidatura di Letta alla premiership è invece il 21 per cento degli italiani e il 35 per cento degli elettori democratici.
Infine, il premier dovrebbe partecipare alla 'corsa' per la segreteria del Pd secondo il 13 per cento degli elettori totali e il 9 per cento dei democratici. Tornando alla fiducia degli italiani nei leader politici, dopo Renzi (che sale di un punto) e Napolitano (che di punti ne guadagna ben 4 rispetto alla scorsa settimana), a salire sono anche Beppe Grillo, che sale di tre punti e raggiunge il 24 per cento a pari merito con Silvio Berlusconi (+1%). Tre punti in più per il segretario del Pdl Angelino Alfano e per il leader di Sel Nichi Vendola, entrambi al 23 per cento. Sale di tre punti anche il senatore a vita Mario Monti, al 20 per cento, mentre sono due i punti in più per il segretario del Pd Guglielmo Epifani, che chiude con il 18 per cento.
La linea del M5s in caso di crisi. L'elettorato 5 Stelle sembra diviso sulla linea politica che il Movimento dovrebbe seguire nel caso di una crisi di governo. Infatti, se è vero che il 35 per cento del bacino elettorale 'grillino' la pensa come il proprio leader e vorrebbe tornare subito alle urne, anche con il Porcellum, il 27 per cento dell'elettorato 5 Stelle è convinto che la scelta giusta sia rimanere all'opposizione (ipotesi, questa, approvata anche da un italiano su quattro). La pensa ancora diversamente un elettore 5 Stelle su quattro, convinto che il Movimento dovrebbe andare al governo con Pd e Sel. Per il 9 per cento degli elettori 'grillini', invece, il Movimento dovrebbe dare appoggio esterno a un 'Letta-bis'.