Decadenza Berlusconi, Renato Schifani blinda il voto segreto al Senato: "Il regolamento è chiaro, non si tocca"
L'Huffington Post | Pubblicato: 14/09/2013 12:29 CEST | Aggiornato: 14/09/2013 18:53 CEST
Si allarga il fronte di quanti vorrebbero che il voto in Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi fosse palese e non coperto da segreto. Dopo la richiesta dei Cinque Stelle, è stato il turno della Lega Nord. Poi è arrivato anche il Pd. "Mi auguro che si voti con voto palese, bisogna avere il coraggio delle proprie posizioni, ancor più in un passaggio così delicato", ha detto il senatore Dem. Una posizione ribadita anche da Luigi Zanda, presidente del gruppo Pd al Senato.
Alle crescenti pressioni per l'abolizione del voto segreto il Pdl risponde con un secco "no". "Il regolamento del Senato è chiaro e prevede il voto segreto, a meno che non si realizzino nuove maggioranze anche in termini di regolamenti, ma non vi sarebbero i tempi", ha argomentato il capogruppo del Pdl al Senato, Renato Schifani. Gli dà ragione il presidente del Senato, Piero Grasso: "Si applicheranno i regolamenti del Senato", ha detto Grasso. "Non è previsto il voto palese. Quando si vota per una persona, il voto è segreto".
I primi ad avanzare la richiesta di voto palese sono stati, nella giornata di ieri, i Cinque Stelle, nell'obiettivo di zittire una volta per tutte le malelingue che vedevano in loro i possibili "salvatori occulti" del Cav.
Alla richiesta dei Cinque Stelle si è unita questa mattina anche la Lega Nord. "La Lega chiederà la votazione palese quando arriverà in Aula al Senato il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi", ha detto Massimo Bitonci, capogruppo al Senato. "Su questa vicenda riteniamo che ogni partito debba assumersi in maniera limpida le proprie responsabilità davanti ai cittadini senza sotterfugi o giochi politici".
Infine, il Pd. "Io spero che si voti con il voto palese: bisogna avere coraggio delle proprie posizioni tanto più in un passaggio oggettivamente così delicato ed è giusto che di ciò si dia conto all'Italia. Sono assolutamente tranquillo, il Pd è compatto su questo".
La conferma della posizione ufficiale del Pd è poi arrivata da parte di Luigi Zanda. "Il nostro desiderio e indirizzo è che ci sia il voto palese" in Aula al Senato quando si dovrà decidere sulla decadenza. "Nei precedenti casi - ha sottolineato - il Pd ha sempre chiesto che in Aula si possa votare con scrutinio palese e d'altra parte questo accadrà anche in giunta mercoledì prossimo. Finora i lavori della giunta del Senato si sono svolti in modo impeccabile, tanto è vero che sul calendario c'è stato un voto all'unanimità. Naturalmente il Pd si atterrà a quelle che saranno le decisioni della presidenza del Senato e ai regolamenti vigenti. Se il presidente del Senato indicherà il voto segreto, previsto dal regolamento, il Pd si atterrà".
Di fronte a questa doppia accelerazione, è chiara la volontà del Pdl di blindare il regolamento, nel disperato tentativo di tenere una porticina aperta alla salvezza del leader. Intanto la tensione, in casa Pdl, continua a crescere. "La tenuta del Governo? Occorre verificare se dopo eventuali strappi, che si stanno consumando quotidianamente sull'alterazione dei tempi della prassi, vi saranno i margini della convivenza" (ancora Schifani). E una frecciatina al Pd, colpevole - a suo dire - di voler "far saltare i nevi a qualcuno".
"Un maggiore contegno, una maggiore compostezza da parte di alcuni soggetti del Parlamento avrebbe sicuramente svelenito il clima e avrebbe potuto anche fugare i sospetti che per me ormai sono certezze che c'è chi adoperando questa metodologia vuol far saltare i nervi a qualcuno".
Più cauta l'Udc, che fa da sponda al Pdl nel dire che "il regolamento del Senato è inequivocabile e prevede il voto segreto" (parole di Pier Ferdinando Casini). "Sotto il profilo personale mi augurerei la trasparenza di un voto palese perchè è giusto che in quella sede ciascuno si assuma la propria responsabilità, in Senato e davanti agli italiani".