“A Roma che ci sto a fare?”. Si sfoga Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno e viceministro alle Infrastruttura e ai Trasporti. Prima in privato, poi con un post al vetriolo su Facebook. Infine, alla festa nazionale del Pd, a Genova, domenica sera, al termine di una settimana di attacchi al suo doppio incarico da parte degli stessi democratici.
Il messaggio di De Luca è rivolto al ministro Maurizio Lupi e al Pdl-pigliatutto al dicastero alle Infrastrutture. Ma nel mirino degli strali deluchiani ci sono soprattutto il Partito democratico e il presidente del consiglio Gianni Letta. Ha resistito alle richieste di dimissioni del Movimento 5 stelle, di Fratelli d’Italia e del Pdl, ma al fuoco amico il viceministro non ci sta.
“Qualcuno ha paura che De Luca vada a Roma restando De Luca – scrive in terza persona -: tutti sanno che io, se devo lavorare, lavoro con il mio metodo, da uomo libero, contro la palude burocratica e per ottenere risultati; tutti sanno che non sono a Roma per mettermi una medaglia al petto, sto nei luoghi nei quali si può lavorare e ottenere risultati per la comunità. Per me contano i fatti e il rispetto dei territori”.
De Luca chiude con una minaccia alla stabilità del governo: “Se non è così, saluti e baci: sto bene dove sto”. L’ipotesi di un ritorno a Salerno, a fare il sindaco a tempo pieno, è un nuovo round del contenzioso aperto con Letta, Lupi e il Pd. Il sindaco salernitano si sente accerchiato, per nulla protetto dal suo partito, che l’avrebbe abbandonato con una pistola a salve nella trincea del ministero delle Infrastrutture.
“Il più grande ministero di spesa del Paese – ricorda De Luca - rischia in questo momento di restare appannaggio di una sola forza politica. Il Pd decida se vuole avere dignità politica e se vuole dimostrare di avere gli attributi, altrimenti possiamo anche fare gli esercizi spirituali. Mi auguro che Letta metta mano a questa vicenda che sta diventando davvero ridicola”.
E dal palco della festa del Partito democratico, il sindaco tiene un piccolo show (“Lupi? Sembra la figlia di Fantozzi”) tanto per sottolineare che lui e il titolare del dicastero non sono mai stati così distanti e per invocare indirettamente un intervento di Enrico Letta per la questione governo e di Guglielmo Epifani per la questione Pd.
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Il video dell'intervento di De Luca a Genova. L'affondo estetico (il riferimento alla figlia di Fantozzi) è al minuto 3.35
Che i rapporti al ministero siano così tesi lo si percepisce dal tira e molla sulle deleghe, che Lupi vorrebbe assegnargli solo una volta risolto il lodo del doppio incarico. Ma senza deleghe il sindaco non ci pensa proprio a mollare il Comune di Salerno. Il corto circuito politico è servito. E in lontananza De Luca vede il ritorno sulla scena del suo storico rivale per la leadership in Campania, Antonio Bassolino, ex sindaco di Napoli, ex presidente della giunta regionale ed ex ministro del Lavoro, fresco di endorsement in favore di Matteo Renzi. Da un bassoliniano come l’europarlamentare Andrea Cozzolino è arrivato il consiglio a De Luca a dimettersi da viceministro e dedicarsi esclusivamente a Salerno. Da ieri questa non è poi un’ipotesi tanto lontana.