Invia per email
Stampa

BERLINO - Percentuale bulgara non rende l’idea. Neanche nei regimi comunisti osavano truccare le elezioni così. Martin Schulz, è stato eletto - e senza trucchi - a capo dei socialdemocratici tedeschi e candidato alla cancelleria con il cento per cento dei voti dei delegati. E’ arrivato persino davanti a Kurt Schumacher, che aveva incassato il 99,7%. O a leader carismatici e popolarissimi come Willy Brandt e Gerhard Schroeder. E il suo discorso al congresso straordinario della Spd è stato accolto da cinque lunghissimi minuti di applausi. Nel passaggio centrale, l’ex presidente del Parlamento europeo ha promesso di rendere la Germania più equa: "Se non lo faremo noi, non lo farà nessuno". Schulz ha anche detto che "La Germania e l'Europa sono inseparabili" e che "dobbiamo ottenere un’Europa forte attraverso una Germania forte".

Schulz, che renderà noto il suo programma elettorale a giugno, si è impegnato a chiudere l’"insopportabile" differenziale tra gli stipendi delle donne e degli uomini ma anche quello tra le buste paga dell’Est e dell’Ovest, con l’aiuto dei sindacati. Il capo dei socialdemocratici ha reso finora noti soprattutto gli aspetti sociali della sua agenda politica e ha fatto molto discutere con la proposta di rivedere l’Agenda 2010, la riforma del welfare che ha tagliato molta spesa sociale e ha contribuito a far ripartire l’economia tedesca, a metà degli anni Duemila. Ma che era targata Spd e aveva messo il partito in rotta di collisione con una fetta importante del suo elettorato.

Il rivale di Angela Merkel alle elezioni di settembre, che ha regalato al suo partito attorno al dieci per cento di voti in più nei sondaggi da quando è stata annunciata la sua candidatura, ha anche ingaggiato un braccio di ferro esplicito con i populisti di destra dell’Afd - anche oggi ha ribadito lo slogan "non sono l’Alternativa per la Germania ma una vergogna per la repubblica". E in vista della tornata elettorale francese, cruciale per il destino dell’Europa, Schulz ha accusato sia l’Afd sia il Front national di Marine Le Pen di "usare una retorica da anni Venti del secolo scorso", quelli che videro crescere in Germania, in Italia e in altri Paesi europei i fascismi.

Chissà che lo "Schulz-Hype" non contagi anche la Francia, dove Emmanuel Macron affronta una complicata sfida contro Le Pen. Perché in Germania il suo 30% di consensi registrati ormai da due mesi nei sondaggi si sta mangiando anche fette di elettorato Afd. Il partito di Frauke Petry è crollato al 8-9%, cinque punti circa sotto i valori dello scorso inverno. La sua attenzione per temi come le diseguaglianze e la sua promessa di rivedere i sussidi di disoccupazione stanno evidentemente strappando fette di elettorato alla destra populista.

Schulz
ha avuto anche il coraggio di attaccare le riduzioni fiscali annunciate dalla Cdu: "Sono piani estremamente iniqui": per il politico Spd "servono investimenti". E' tornato a promettere la formazione gratuita, "dall’asilo all’università".