sabato 25 marzo 2017

Lo squadrismo dei grillini? Il Fatto si è distratto

Il Fattone
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I grillini in realtà hanno votato per il mantenimento dei vitalizi 
 
Ieri in Parlamento il Movimento 5 stelle si è reso protagonista di una serie di atti eversivi di inaudita gravità, estrenei e ostili alla civiltà democratica, fermamente condannati da tutti i gruppi politici e dalla presidente della Camera Laura Boldrini.
Gli squadristi grillini hanno dapprima interrotto la seduta (stava parlando il ministro Galletti), poi hanno preso d’assalto con urla, spintoni e insulti l’Ufficio di presidenza mandando un paio di commessi in infermeria, e infine hanno assediato il palazzo di Montecitorio convocando una masnada di esagitati aizzati da Di Maio e altri gerarchi.
Il motivo? L’Ufficio di presidenza della Camera aveva approvato una direttiva (proposta dal Pd) che taglia i vitalizi degli ex parlamentari imponendo un “contributo di solidarietà” che, a regime, farà risparmiare alle casse di Montecitorio 2,5 milioni di euro l’anno.
I grillini, che volevano invece limitarsi ad innalzare a 67 anni l’età pensionistica dei deputati in carica (i vitalizi, com’è noto, sono stati aboliti già nel 2012), senza però intaccare le rendite degli ex parlamentari e senza portare alcun risparmio, sono rimasti spiazzati e hanno risposto con la violenza, l’insulto, l’eversione.
Se però leggete il Fatto di oggi, non troverete una riga di condanna per quanto accaduto. Anzi, non troverete proprio l’accaduto.
Il titolo di prima pagina è una colossale menzogna: “Il Pd si rimangia le promesse e vota per salvare i vitalizi”. Ma i vitalizi non ci sono più da cinque anni, il Pd non soltanto non si è rimangiato nessuna promessa ma ha ottenuto un taglio di 2,5 milioni all’anno, e i grillini hanno votato contro (e dunque hanno votato a favore del mantenimento integrale del vitalizio per gli ex parlamentari).
Il titolo corretto, se al Fatto esistesse la correttezza, sarebbe stato un altro: “Il M5s cerca di salvare i vitalizi, non ci riesce e per ritorsione assalta il Parlamento”.
Ma a Travaglio e ai suoi squadristi grillini della verità non importa nulla. Il disprezzo per la democrazia parlamentare che li contraddistingue non ha precedenti nella storia repubblicana e somiglia invece molto da vicino al fascismo delle origini.
Chissà se Pier Luigi Bersani (ed Enrico Letta, che sul Corriere di oggi tenta goffamente di giustificarlo) si rendono conto di ciò che sta accadendo in Italia, e della responsabilità che si stanno assumendo di fronte alla storia.

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