“Fermiamo Le Pen in nome dell’Europa”. L’appello di Macron
“Se siamo solo un po’ europei, se lo diciamo timidamente, abbiamo già perso”
“Viviamo tempi drammatici” e “la sfida non è più tanto tra destra e sinistra ma tra apertura e chiusura, pro e contro Europa, conservatori o progressisti”, ma “se siamo solo un po’ europei, se lo diciamo timidamente, abbiamo già perso”. Lo dice Emmanuel Macron, candidato all’Eliseo, in un’intervista a Repubblica.
“Marine Le Pen – afferma – vuole ricreare la conflittualità tra i Paesi europei, ma io sono nato in una zona piena di cimiteri militari e per me vale sempre la frase di Mitterrand: il nazionalismo è la guerra“. La “democratica plurale” è “il tesoro che ci ha tramandato il Trattato di Roma”, dice, ma poi “si è smarrita quella che chiamo la ‘logica del desiderio’. Da quando ci sono stati i ‘no’ francesi e olandesi, nel 2005, nessuno ha più voluto proporre un movimento in avanti, anzi ha prevalso la logica del dubbio.
Così abbiamo avuto la discussione sulla Grexit, poi sulla Brexit e non so quale altro ‘exit’ dobbiamo aspettarci”. “L’Europa – aggiunge – non ha saputo gestire l’allargamento, e si è paralizzata”.
Macron non ha “alcuna remora nell’appoggiare un’Europa a più velocità, che tra l’altro esiste già. Sull’Unione a ventotto Paesi, e presto a ventisette, potremo continuare ad avanzare su temi come l’energia e il digitale. Sulla Difesa, invece, dobbiamo aprire una cooperazione ad hoc, prevista dai trattati, con Francia, Germania, Italia e Spagna, associando la Gran Bretagna. Nell’eurozona sono per una convergenza fiscale e sociale, con un bilancio, un esecutivo e un Parlamento. Propongo di lanciare una consultazione democratica su questa road map”. Degli “Stati generali organizzati in ognuno dei ventisette Paesi. C’è oggi un vero bisogno di partecipazione”.
Nessun commento:
Posta un commento