Non sono i suoi, è Travaglio il fan più acceso del “Bersani 2.0″
Tanto per il paraguru del Fatto l’ex segretario del Pd non conta nulla
Che l’idea del compagno Pier Luigi Bersani di correre in soccorso della Casaleggio Associati srl, nel caso in cui alle prossime elezioni ricevesse l’incarico per formare un nuovo governo pur non disponendo della maggioranza assoluta dei seggi, sia un’idea a dir poco bizzarra, lo hanno subito capito persino i compagni rivoluzionari di “Articolo Uno”, il partitino che raccoglie alcuni transfughi del Pd (fra cui lo stesso Bersani) e di Sel.
Ora però che la proposta è stata accolta, vidimata e rilanciata dal paraguru della Casaleggio, il compagno Marco Travaglio, in un solenne editoriale brillantemente intitolato “La mucca e il grillo”, possiamo tirare un sospiro di sollievo: pensavamo fosse una sciocchezza, e invece è puro avanspettacolo.
Il rapporto fra Bersani e Travaglio/Casaleggio Associati merita un breve approfondimento.
Quando l’ex segretario del Pd ebbe un malore e fu ricoverato in ospedale, un gran numero di grillini si precipitò ad augurargli la morte sui social: la classe, si sa, non è acqua.
Nell’indignazione generale, Travaglio si distinse per un inno all’odio: “Questa storia dei politici da amare – scrisse allora – è una follia ricattatoria introdotta dal berlusconismo, che deve finire. Ogni cittadino dev’essere libero di amare, odiare o ignorare i politici, senza che nessuno si senta autorizzato a chiedergliene conto”. Chiarissimo.
Ora i due vanno d’amore e d’accordo: di recente sono apparsi fianco a fianco a Cartabianca – l’ennesimo programma grilloide, questo però pagato coi soldi del canone –, teneri e solidali nel dare addosso a Renzi fra i sorrisini compiaciuti della conduttrice: del resto, per l’ex smacchiatore di giaguari l’intesa “con questo Pd” è impossibile (e chi la vuole?), mentre il M5S rappresenta “l’argine alla deriva populista e nazionalista” – che è un po’ come sostenere che il Big Mac sia l’argine al colesterolo.
Entusiasta del “Bersani 2.0 non più liberalizzatore”, il compagno Travaglio oggi lo rilancia come interlocutore privilegiato della Casaleggio per due motivi: il primo – non ridete – è che il M5S è di sinistra (non “di centro”, come sostiene il compagno Bersani 2.0, che certamente rettificherà al più presto), tanto è vero che – ho detto di non ridere! – la Raggi “ha formato a Roma la giunta più di sinistra che si sia mai vista negli ultimi 20 anni in una metropoli d’Italia”.
Il secondo motivo, più ficcante del primo, è che Bersani non conta nulla: “Rappresenterebbe una forza – scrive il paraguru – molto più piccola e meno concorrenziale e minacciosa” del Pd del 2013 (quello appunto bersaniano) che tentò invano – l’Italia è un Paese fortunato – di fare un governo con Grillo. Prosit.
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