L’amore è a 5 Stelle: la deputata Giulia Di Vita chiede le dimissioni di Claudia La Rocca
La deputata del MoVimento 5 Stelle Giulia Di Vita non ha ritenuto, in nome della trasparenza, di rispondere alle domande del magistrato né di sottoporsi a un saggio grafico. Però su Facebook ha scritto circa ottocento parole per spiegare perché non spiega cosa è successo nella notte tra il 3 e il 4 aprile 2012 nella sede del M5S Palermo di via Sampolo e per chiedere pazienza visto che tutto si chiarirà a breve e finiranno tutti felici e contenti. Sostiene di non aver rilasciato il saggio grafico – che potrebbe facilmente escluderla dal sospetto di aver falsificato le firme – perché lei, Riccardo Nuti e Claudia Mannino sono “sotto attacco mediatico e additati come dei delinquenti di terz’ordine, la feccia della politica, il disonore del Movimento 5 Stelle” e poi perché “prima deve uscire tutto e poi rispondo a tutto. Se no troppo facile per chi si inventa le accuse”.
NOI SIAMO INNOCENTI. E’ stato sempre chiaro e lampante, fin dall’inizio, l’attacco pretestuoso nei nostri confronti, e quando abbiamo capito che la presunta ricopiatura delle firme non era un’accusa campata totalmente in aria ma cominciava ad apparire verosimile siamo stati i primi a preoccuparci e, diciamolo pure, a incazzarci, sia per il presunto errore/tremenda stupidaggine compiuta ma soprattutto per essere stati, addirittura, additati come i fautori della stessa!
Da lì è cominciato, infatti, tutto un susseguirsi di colpi di scena (almeno per noi, per altri è invece un disegno già ben definito) che ci ha lasciati sgomenti, non per ultimo dal punto di vista umano, dato che gli inopinati protagonisti sono persone con le quali, per anni e prima che i rapporti si incrinassero a causa di sostanziali, e forse fisiologiche (?), divergenze politiche, abbiamo condiviso numerose battaglie e vere e proprie esperienze di vita.
Essendo questo lo scenario ci ritroviamo davanti a un uovo di Pasqua, ogni giorno ci svegliamo con una nuova sorpresa, una nuova coltellata, una nuova accusa. Ci sottoporremo, con molto piacere e determinazione, ai dovuti interrogatori, e tutto ciò che si riterrà necessario, quando tutti i giochi sottobanco saranno definitivamente messi sul tavolo e tutti i veleni saranno finalmente venuti a galla (e ci siamo quasi). Abbiamo sempre detto di essere a disposizione della magistratura, ed io infatti sono stata già sentita dai pm, quando sono stata convocata in qualità di persona informata dei fatti, per un’ora e mezza, rispondendo a tutte le domande e dando le informazioni che cercavano e di cui sono a conoscenza.
Ma la parte più interessante delle 800 parole in cui la Di Vita NON spiega perché non ha rilasciato il saggio grafico che l’avrebbe da subito discolpata è quella in cui parla di due suoi colleghi del MoVimento 5 Stelle siciliano, ovvero Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca, entrambi indagati ed entrambi autosospesi. La Di Vita, dimostrando così di aver interiorizzato perfettamente gli ideali di fratellanza del M5S a cui si richiama continuamente nel suo scritto, dice che chi si è autoaccusato deve dimettersi. Come mai tutto questo astio e la richiesta di dimissioni per Claudia La Rocca mentre si pretende di non dire alcunché sulle accuse mossele?
Di certo si nota una certa rabbia per gli elogi arrivati a chi ha deciso di vuotare il sacco davanti ai magistrati. In lontananza pare anche di scorgere il risultato di una guerra nascosta tra le correnti del MoVimento 5 Stelle: in altre occasioni si è notato l’attivismo di Giancarlo Cancelleri sul tema, visto che il deputato dell’ARS ed ex candidato in vena di bis in Sicilia in molte occasioni ha ribadito che il M5S non avrebbe avuto pietà nei confronti di chi ha sbagliato. Lo stesso Cancelleri avrebbe parlato con la La Roccaprima che questa si decidesse a dire la sua davanti ai magistrati. Ma soprattutto, visto che la ritiene colpevole la tesi della Di Vita sia che la La Rocca abbia falsificato le firme autonomamente (per quale interesse?) e abbia trascinato gli altri nella melma:
Mi è veramente difficile valutare il fatto che alcuni dei coinvolti si siano decisi a parlare, e così attendo di sapere cosa è realmente successo e con quali escamotage siano state tirate in ballo anche le persone ignare, non solo parlamentari che fa più notizia e scalpore (guarda caso) ma anche attivisti ed ex attivisti che la causa del M5S l’hanno ormai abbandonata da tempo per ragioni personali.
Una tesi poco credibile anche per un bambino (tra chi ha abbandonato la causa del M5S c’è anche l’avvocato Francesco Menallo). Insomma, la deputata Di Vita oggi non ha tempo per spiegare, un giorno lo farà certo, ma intanto cacciate la La Rocca che ha parlato.“Un amore così grandeee”, si cantava dal palco a Palermo.
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