Roma, il treno non passa più. E la sindaca sa dire solo No
La città vive una crisi senza precedenti e non si vedono segnali che possano invertire la tendenza. E intanto la Raggi pensa al referendum…
Vi ricordate quando Roma contendeva a Milano il ruolo di locomotiva d’Italia? Era il lontano 2006 e molta acqua è passata sotto i ponti della Capitale: amministratori poco capaci, Mafia Capitale, un commissario e 5 mesi della Giunta Raggi. E così la città è sprofondata nella classifica sulla qualità della vita, passando in un solo anno dal 69esimo all’88esimo posto. Non è certo tutta colpa della Raggi ma la difesa del sindaco appare troppo semplicistica. Facile dare la colpa di tutti i mali alle “amministrazioni precedenti” quando sei tu a governare ora. E sopratutto quando la linea che hai tracciato per la città è ancora fumosa e piena di contraddizioni.
Lo sanno bene i cittadini che della rivoluzione pentastellata ancora stanno aspettando il fischio di inizio. Soltanto oggi l’ultima contestazione in commissione Trasporti al Campidoglio dove veniva presentato il piano per i bus turistici, non concordato con le associazioni di categoria. Gli operatori presenti alla seduta hanno interrotto più volte la discussione e hanno contestato l’operato dell’amministrazione: “Parlate di cose che non conoscete”, “Lo sapete che vuol dire comprare un autobus e pagare il personale?”, “Avete tradito tutti i principi dei Cinque Stelle, avete tradito chi vi ha votato”.
Chi aveva votato Raggi aveva creduto davvero a tutte le promesse fatte in campagna elettorale, fidandosi della possibilità reale di poterle effettivamente realizzare. Ma le promesse, come le bugie, hanno le gambe corte. E così Roma non traina più nessuno e anzi si fa superare in velocità su tutti i fronti.
Una città ferma, bloccata nel traffico perché i mezzi di trasporto pubblico non funzionano e anzi le corse delle metropolitane sono state tagliate, dove i negozi artigianali e le botteghe storiche chiudono mentre spuntano come funghi mini market e negozi di souvenir. Anche sul piano dell’accoglienza la città è in affanno, nonostante il numero di immigrati sia nettamente inferiore a quello delle altre città, per non parlare dell’attenzione verso le fasce più deboli. Soltanto pochi giorni, sui social network, ci si poteva imbattere nella protesta disperata di un disabile costretto a bloccare l’ennesimo autobus non attrezzato per farlo salire a bordo. Ma anche la storia della piccola Maria Noemi, la bambina di 11 anni invalida al 100% per un errore avvenuto durante il parto e che ora rischia, insieme alla sua famiglia, di essere sfrattata dall’appartamento dell’Ater a San Saba assegnato dal Comune ormai dieci anni fa. In questo caso il dirigente del Comune di Roma che all’epoca firmò gli atti è stato condannato per reati amministrativi e il Dipartimento politiche abitative di Roma Capitale ha ritenuto opportuno revocare tutte le assegnazioni fatte nel periodo incriminato senza verificare a chi si stessero effettivamente togliendo un diritto come quella della casa.
Neanche il Giubileo ha rilanciato Roma e anzi, dopo il mancato ringraziamento di monsignor Fisichella, anche il Papa ha volutamente dimenticato di ringraziare il Comune di Roma per il lavoro svolto in quest’anno.
Amministrare Roma non è facile, nessuno lo mette in dubbio, ma la cosa che inquieta è che la Raggi sembra non accorgersi di ciò che le succede intorno. Domani si consumerà l’ennesimo schiaffo ai cittadini e ai loro problemi con la calendarizzazione in aula Giulio Cesare della mozione del movimento 5 Stelle per il No al Referendum. “Un atto molto grave – scrive su Facebook la capogruppo Pd Michela Di Biase – che la dice lunga sul rispetto che questa maggioranza ha delle Istituzioni”.
Non è la prima volta che la Raggi si spende pubblicamente per il No, lo testimoniano i numerosi (sgrammaticati) post sui suoi profili social. Evidentemente le priorità per il sindaco di Roma sono altre.
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