Grillo annuncia: “Denuncio Renzi per abuso di credulità”. E le scie chimiche?
Spesso il blog di Grillo contribuisce alla disinformazione e anzi ne guadagna: accumula ogni giorno, clic dopo clic, un vero e proprio finanziamento per la Casaleggio Associati
Solo due giorni al voto, ma già minaccia di finire a carte bollate il referendum. Non solo le denunce preventive del fronte del No per il sospetto di brogli nel voto degli italiani all’estero. Ma anche un’iniziativa a sorpresa di Beppe Grillo, che vuol denunciare il premier per “abuso di credulità popolare” per aver mostrato un facsimile della scheda per l’elezione dei futuri senatori.
E’ “un reato vero” ripetono in ambiente M5S. Il capo d’accusa è il fac-simile della scheda elettorale del nuovo Senato mostrata martedì nel corso del ‘matteorisponde’ su Facebook e mercoledì in televisione. “Il presidente del Consiglio dei ministri – scrive Grillo – stampa e mostra a tutti un documento senza alcuna validità spacciandolo come ufficiale”. Renzi è “un falsario”, argomenta il leader e pubblica la vignetta-parodia del film ‘La banda degli onesti’ con Vincenzo De Luca, Matteo Renzi e Denis Verdini che tra una frittura e l’altra producono schede elettorali false. Premier, governatore della Campania e fondatore di Ala diventano nell’immaginario dell’ex comico ‘La banda dei calamari’, “dalle famose fritture per convincere a votare Sì auspicate da De Luca”, spiega Grillo.
A stretto giro arriva la replica del premier: “Dico a Grillo che se vogliono andare in tribunale per denunciarmi, facciano pure. Domani sono a Palermo e la strada per il tribunale la conoscono”. “La scheda ci sarà, i cittadini voteranno i senatori. Grillo se vuole andare in tribunale a denunciarmi faccia, magari a Palermo, dove sanno qual è la strada”, ribatte Matteo Renzi, con una frecciata sul caso delle firme false M5s. “Ma il reato è depenalizzato – aggiunge – i Cinque stelle non se ne sono accorti perchè in Parlamento non vanno spesso. Ma Grillo è salvo per aver parlato di scie chimiche e sirene…”.
Il ‘j’accuse’ del Movimento rimbalza da un profilo social all’altro di deputati e senatori. Per Danilo Toninelli Renzi “supera Wanna Marchi” mentre secondo Carlo Sibilia il presidente del Consiglio è “meno credibile di Lapo Elkann”, di recente tornato agli onori delle cronache per il sequestro simulato. Con il Sì al referendum non è vero che i cittadini eleggano i futuri senatori, è il ragionamento dei pentastellati. Al contrario, “si toglie il diritto di voto” al Senato, twitta Luigi Di Maio che sempre dal blog sfida a un confronto vis à vis il presidente del Consiglio.
Eppure il movimento Cinquestelle si può dire abbia fatto la propria fortuna in termini di click proprio grazie ad una serie di corbellerie diventate virali in rete. Spesso il blog di Grillo contribuisce alla disinformazione e anzi ne guadagna: accumula ogni giorno, clic dopo clic, un vero e proprio finanziamento per la Casaleggio Associati.
Prima c’erano solo le bufale, le tesi complottiste e tutta una serie di teorie pseudo-scientifiche: dalle scie chimiche ai vaccini che provocano autismo o fanno diventare gay, dal falso sbarco sulla Luna ai microchip sotto pelle fino ai più classici complotti sull’11 settembre o al consiglio di umettare la matita copiativa in dotazione alle urne elettorali per rendere il voto indelebile. E in questo caso l’articolo citato da Grillo non vale?
L’articolo 661 del codice di procedura penale che Grillo cita riguarda un reato che è stato depenalizzato nel 2016. Comunque se qualcuno dovesse essere accusato di abuso di credulità quello dovrebbe essere proprio il partito di Grillo. Senza considerare che alcuni giorni fa il blog ospito un video in cui la sindaca di Roma Virginia Raggi tagliava una carta di credito del sindaco che però non esiste.
Intanto all’indomani della firma del rinnovo del contratto della Pa (non una misura elettorale, assicura: “si e’ chiuso quando si e’ potuto”), Renzi però ‘festeggia’ i dati sul Pil. “La crescita italiana raggiunge il +1%” (la crescita acquisita per il 2016 e’ +0,9%).
“Se il paese si sblocca, faremo di più”, scrive il premier su Twitter, legando le possibilità di crescita al Sì al referendum. “Il governo tecnico-tecnocratico nel 2012 ci aveva lasciato a un Pil del -2,3%”, non manca di sottolineare, tornando a evocare un possibile scenario del No. “Se vince il No ci teniamo la Casta, 950 poltrone: io non sarò della partita se lasceremo il Paese come è adesso”, ribadisce. Col No, aggiunge, gli effetti di “instabilità e difficoltà” non si vedrebbero “solo l’indomani mattina” con il rischio di “una crisi al buio” ma sulla “prossima generazione”.
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