Va in scena il teatrino della Raggi, Grillo schiera Roma per il No. E ai romani chi ci pensa?
Il Sindaco oggi non aveva davvero niente di meglio da fare per la città?
E’ arrivato il giorno della presentazione della mozione del No al referendum in Aula Giulio Cesare al Campidoglio. Nessun passo indietro da parte del Sindaco Raggi, nonostante le polemiche dei giorni scorsi. E così la protesta del Pd si fa più intensa con l’annuncio di un sit in in piazza davanti al Campidoglio per protestare contro quello che è un unicum nella storia della città. Nessuno infatti si era mai spinto così oltre, violando ogni regola istituzionale (nella foto il testo che disciplina le mozioni che è possibile presentare in Aula). “Le riforme del sistema elettorale e del Senato – si legge nel testo della mozione – andranno a ledere i diritti costituzionali dei cittadini che non potranno scegliere i loro rappresentanti in Parlamento” ed esprime il “fortissimo allarme” per la deriva autoritaria in atto.
Argomentazioni che non hanno davvero niente a vedere con ciò che dovrebbe essere discusso nell’Aula del Campidoglio. Ma, come scrive il capogruppo Pd Michela Di Biase, “per i 5S le regole le devono applicare solo gli altri”.
La Di Biase non ci sta e si chiede: “Ma è mai possibile che l’Aula Giulio Cesare debba essere ostaggio della propaganda dei 5S?“. E continua: “Un atto molto grave che la dice lunga sul rispetto che questa maggioranza ha delle Istituzioni. L’aula è rappresentazione di tutte le forze politiche e viene tenuta in ostaggio per garantire la propaganda elettorale e i teatrini del movimento 5S. La città è ferma e in una situazione di profondo abbandono e invece di occuparsi dei problemi di Roma, il Sindaco Raggi fa i compiti a casa che le vengono dati dalla Casaleggio e associati”
Un’accusa ribadita anche da Stefano Pedica: “Con quale diritto i Cinquestelle pensano di poter dire che il No rappresenta tutti i romani? Il M5s ha capito che avere la maggioranza in Aula non significa poter impedire ai cittadini di pensare con la loro testa e imporre il pensiero unico? A parte questo, non erano i Cinquestelle quelli che chiedevano il taglio dei costi della politica e urlavano ‘vaffa’ alla casta? Peccato che oggi abbiano cambiato idea e che votano No per mantenere 315 senatori pagati e i soldi ai gruppi. Noi votiamo Sì per il cambiamento, perché abbiamo a cuore il nostro Paese”.
Eppure di problemi a Roma ce ne sono davvero tanti, come ha messo in evidenza l’ultima classifica nazionale sulla qualità della vita: dalla gestione dei migranti alle buche, per non parlare dell’attenzione alle fasce più deboli della popolazione romana. Il Sindaco oggi non aveva davvero niente di meglio da fare?
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