sabato 2 aprile 2016

Pensioni, sindacati manifestano per cambiare la legge Fornero. L'ex ministro replica a Salvini: "Mi insulta, ma alla fine vincerò io"

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I sindacati scendono in piazza per chiedere di cambiare la legge Fornero sulle pensioni, introducendo un tasso di flessibilità per cui "41 anni di contributi bastano". 
Cgil, Cisl e Uil sono unite in una battaglia che non finisce con le manifestazioni di Roma, Venezia e Napoli. E' stato infatti già fissato un appuntamento per una protesta, stavolta nazionale, a piazza del Popolo, nella Capitale, il 19 maggio. 
Sarà quella l'occasione per fare fronte su una questione delicata: la rivalutazione degli assegni al costo della vita. "Le pensioni devono cambiare radicalmente" insiste la leader della Cgil, Susanna Camusso, alla testa del corteo, quattro mila partecipanti, che ha sfilato a Venezia. E avverte: "non sono una 'comparsata'" tutte, circa cento, mobilitazioni organizzate nelle diverse regioni d'Italia (a Torino in versione ecologica, con i manifestanti in bicicletta). Il discorso pensioni rientra in uno più ampio e generale, sottolinea Camusso rilanciando la riscrittura dello "statuto dei lavoratori attraverso un'iniziativa popolare". 
A Napoli interviene il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo, "non possiamo aspettare più", spiega. Sul punto è esplicito anche il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan: "Noi andremo avanti fino a schiodare il governo". E dalla Capitale, dove gli organizzatori contano dieci mila manifestanti, annuncia la prossima tappa: "un'iniziativa unitaria sulla rivalutazione". Il tema dell'indicizzazione era stato, infatti, lasciato in sospeso dopo la legge di Stabilità, in cui è stata prevista la possibilità di prorogare il meccanismo 'Letta' (blocco parziale per gli importi superiori a tre volte il minimo). Lo stop agli adeguamenti sarebbe altrimenti finito quest'anno. I sindacati dei pensionati il 19 maggio puntano a riempire piazza del Popolo anche dando battaglia al governo sui fronti del welfare, della non autosufficienza e del fisco, per allineare la tassazione sui pensionati a quella dei lavoratori. 
Prima però vogliono fare chiarezza sulla reversibilità: da tempo chiedono lo stralcio di una parte del decreto sulla povertà, pur se l'esecutivo ha rassicurato che le pensioni ai supersiti non sono in discussione. L'argomento verrà ripreso lunedì a Montecitorio, quando le sigle confederali, l'Inps e la Banca d'Italia saranno sentiti, in audizione in commissione Lavoro, sul provvedimento. Nei prossimi giorni sono anche attese le prime 'buste arancioni', le lettere con le simulazioni sulla pensione futura. 
Di certo Cgil, Cisl e Uil sul dossier pensioni sono allineate e ribadiscono come la proposta per rivedere la legge Fornero del 2011 resta quella messa a punto insieme: possibilità di uscire fin dai 62 anni, ripristino del sistema delle quote e dell'anzianità, tutela dei lavori usuranti, con Furlan che in caso si dice anche disponibile a prendere in considerazione un intervento sugli importi d'oro: "purché - precisa - non si tratti di assegni di due mila euro lordi, potremmo valutarlo all'interno di una proposta complessiva del governo", che però ancora, fa notare, "manca all'appello". Intanto il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, in un post su Facebook, rivolgendosi all'ex ministra, scrive: "La cambieremo la tua legge infame. E vaffa...". Ancora rabbia quindi dopo l'intervista rilasciata dall'ex ministra a la Repubblica ("alla fine tra me e Salvini vincerò io"). Dichiarazioni che hanno fatto seguito al sit in di Salvini nel paese natale di Fornero.
L'ATTACCO DI RENZI - Nel frattempo, a distanza, Matteo Renzi nel suo intervento alla scuola di politica del Pd lodando Sergio Marchionne per il suo lavoro alla guida di Fca grazie al quale "oggi le jeep si fanno in Basilicata" è tornato ad attaccare i sindacati. "Quando in un paese c'è la disoccupazione giovanile al 39 per cento, vuol dire che abbiamo bisogno di creare lavoro. In questo paese si è detto che c'era un disegno squallido contro i lavoratori, ma io penso che in questo paese abbia fatto più Marchionne, più alcuni imprenditori, che certi sindacalisti. Io sto con Marchionne".

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