martedì 29 marzo 2016

AMMINISTRATIVE

Non solo Raggi: tutti i problemi dei 5 Stelle 

Rimini, Napoli, Milano, Latina e non solo. Le elezioni che potrebbero portare il M5S al governo di Roma mostrano i limiti di un Movimento che ha serie difficoltà di democrazia interna

Non solo Raggi: tutti i problemi dei 5 Stelle
A Roma gira un sondaggio, commissionato dall’Huffington post , secondo cui Roberto Giachetti avrebbe raggiunto e anzi superato Virginia Raggi. Non è una buona notizia, ma dopo una settimana di polemica battente sul caso Acea è anche nelle cose ( in sintesi : Raggi ha promesso di metter mano alla dirigenza e ha criticato la presenza dei privati nella composizione societaria, il titolo è crollato in borsa e il Pd è partito all’attacco). I 5 stelle comunque non se ne curano. Perché sono convinti di essere in vantaggio, sì, e poi perché certo non possono aprire un altro fronte sulle amministrative. Roma, con Torino, è l’unica città dove tutto sembra andare per il verso giusto. La speranza è dunque che rimanga così, anche perché altrove è invece un disastro.

Nota è la vicenda di Milano, con la candidata Patrizia Bedoriche si è ritirata prima ancora che la campagna elettorale cominciasse ufficialmente. Ha dato la colpa alla stampa, Bedori, ma ad attaccarla, anche per la sua fisicità, sono stati pezzi del Movimento, e molte perplessità sulla sua forza elettorale arrivavano proprio dalle stanze della Casaleggio associati. «Ho fatto autoanalisi e ho deciso di ritirarmi», ha detto Bedori. E così il blog ha dovuto convocare una consultazione tra gli iscritti certificati per confermare che il candidato sindaco del Movimento sarà non la prima, non la seconda (che ha ritirato la disponibilità da tempo) ma la terza scelta, il terzo classificato nelle primarie fisiche che il Movimento ha scelto di organizzare a Milano (tra mille polemiche, ovviamente). Gianluca Corrado è così il candidato sindaco per i 5 stelle, indicato da 634 iscritti certificati, il 72 per cento degli 876 che hanno risposto al post del blog di Beppe Grillo.

Più grave è la situazione di Napoli. Qui il ritardo nella costruzione della lista e nell’individuazione di un candidato («ci siamo concentrati sui tavoli tematici» spiegava all’Espresso Vincenzo Viglione, consigliere campano, quando Roma, Milano e Torino avevano da tempo un loro candidato o avevano almeno attivato la procedura partecipata per trovarlo) non si spiega solo con la presenza di Luigi de Magistris, sindaco uscente e candidato sostenuto da Sinistra Italiana, che da favorito ha un profilo che si sovrappone con molte delle istanze 5 stelle. Ritardi e incertezze sono frutto delle ormai frequenti lotte intestine. Correnti, dissidenti, espulsioni. A Napoli si è arrivati addirittura a una lista alternativa, una Napoli a sei (!) stelle, dove la sesta sarebbe «la vera democrazia diretta», almeno a sentire i fondatori. Il progetto nasce dal gruppo di espulsi, 35, cacciati dal Movimento, che in città è capitanato da Roberto Fico più che da Luigi Di Maio. L’insoddisfazione per il candidato individuato dal Movimento è solo l’ultima delle molle: «Napoli», ha spiegato l’avvocato Luca Capriello, capofila del dissenso, «merita di più di un candidato brianzolo che tifa Juve».

Ma è spostandosi in provincia che il Movimento dà il meglio di sé.  A Rimini, ad esempio, i 5 stelle non si presenteranno, anche se alle europee del maggio 2014 avevano sfiorato il 24 per cento. Il secondo partito della città non corre per le comunali. E malinconico è il commento dell’eurodeputato Marco Affronte, con Giulia Sarti voce critica del Movimento nella zona. «Giochiamo a armi pari», ha scritto su Facebook, appena appreso che il blog di Grillo non aveva concesso la certificazione alla lista: «Fatelo o il Movimento morirà di microcefalia. Un corpo da adulto con su una testa da bambino».


 



Destino simile tocca agli attivisti di Salerno e Caserta, per tornare in Campania, di Latina, per venire più vicino a Roma, in una terra dove tra tematiche ambientali e infiltrazioni i 5 stelle dovrebbero avere a disposizione una prateria, e a quelli di Ravenna, per risalire ancora a nord. A Latina è stato lo scontro tra i due meet up della città a produrre il vuoto. Entrambi avevano individuato un proprio candidato, senza praticamente parlarsi. E tra Bernardo Bassoli e Francesco Ricci il blog ha scelto di saltare un giro. E pazienza se il Movimento 5 stelle era sempre il secondo partito in città, alle europee, con il 24 per cento, appena 8 punti dietro al Pd. Anche a Ravenna è stata la presentazione di due diverse liste a spingere Casaleggio e Grillo a dire che no, è proprio meglio saltare un giro. E a poco servirà la raccolta firme lanciata su change.org .



 


Si moltiplicano poi i ricorsi, contro le espulsioni, contro le diffide per l’uso del simbolo. Ce ne saranno a Napoli, ancora, sempre ad opera del gruppo che ha dato vita alla nuova lista, e il 4 aprile ci sarà la prima udienza per le comunarie che hanno incoronato Raggi. A fare ricorso sono stati Paolo Palleschi, Roberto Motta e Antonio Caracciolo, il ricercatore della Sapienza che era stato escluso per le sue dichiarazioni giudicate negazioniste. È probabile che finisca con un nulla di fatto, con la constatazione che di faccende interne a un’associazione privata si tratta (seguendo ciò che Cantone dice anche delle primarie del Pd»). Ma sono sempre scocciature. E sintomo di un Movimento che soffre sempre di più i limiti dei processi decisionali.

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