Isis, la coalizione Berlusconi. Se c’è il Mannoia pensiero..
Pubblicato il 24 marzo 2016 14:49 | Ultimo aggiornamento: 24 marzo 2016 14:55
ROMA – Isis, contro l’Isis schierare la “Coalizione Berlusconi”. In pubblica conferenza stampa Berlusconi si è incaricato in prima persona di spiegare e proporre: “L’unica è fare come ha detto Putin…”. E cioè, appunto la “Coalizione Berlusconi” anti Isis. Usa, Russia, Onu, Europa, Cina e non meglio precisati “paesi arabi moderati” allestiscono corpo di spedizione armato con cui vanno ad “estirpare dalle radici” l’Isis, “in Siria, Iraq, Libia…”.
La Coalizione Berlusconi ha, purtroppo, alcuni tratti tipici del proponente. Primo tra tutti la faciloneria, la estrema semplificazione della realtà fino a rifiutarla la realtà. E poi l’orrore per la complessità, quindi per il mondo reale. Mettere insieme una spedizione armata con truppe Usa, Russia, Cina, Onu, Europa e “arabi vari” è cosa tanto generica quanto campata in aria. Arabi quali, i sauditi? Gli iraniani? E chi ci mette i soldati, e chi comanda la spedizione? E quali sono gli obiettivi militari e politici?
Presa Raqqa e la Sirte, cacciato Isis da Libia e Siria e Irak, chi resta? Si resta lì in armi? Quali governi si mettono in piedi? Con chi? Quali truppe restano? Ci si spartisce i territori? Non somiglia un po’ troppo ad una crociata? Non solleverebbe una rivolta di massa di quelle popolazioni? Non sarebbe l’inizio di una guerra/guerriglia infinita? E poi che si fa, si va a cacciare Isis anche in Somalia, in Mali, in Ciad? E si poi Isis ripara e si riorganizza in Costa d’Avorio e Nigeria, che si fa si invade tutta l’Africa o quasi dopo aver invaso tutto il Medioriente o quasi? E qual è il limite di soldati che tornano cadaveri che le opinioni pubbliche occidentali sono in grado di sopportare? Reggerebbero i fronti interni di fronte a forti perdite umane e finanziarie? E reggerebbero di fronte ad una massiccia campagna di stragi condotta in casa da kamikaze Isis?
Di tutto questo il Berlusconi pensiero non sa e soprattutto non vuol sapere. Lui procede sulle autostrade della semplicità, la non consapevolezza fa benzina, qualche ignoranza fa velocità. L’ha detto Putin, e magari gliel’ha detto pure in qualche telefonata o conversazione privata: a Berlusconi basta e avanza. Ci aggiunge del suo, della sua visione del mondo (visione ed esperienza pratica) per cui tutto si compra, gli uomini (e le donne) soprattutto. Dice e pensa. “La maggior parte dei combattenti Isis lo fa per soldi, paghiamoli noi…”.
C’è nell’idea della Coalizione Berlusconi rozzezza, ingenuità, inattitudine a comprendere sia la complessità di un’azione militare sia la natura profonda dei movimenti religiosi, economici, etnici. Insomma Berlusconi non sa un bel nulla di niente, men che mai di storia, e si vede. Per tutta la sua vita Berlusconi è sempre stato uno che afferra un’idea tanto semplice da essere quasi impraticabile, però Berlusconi ci si fissava sopra e questa era la sua forza. La forza, se vogliamo, diciamo della incompetenza felice. Una delle forze che muovono il mondo.
Però di qualcosa di vagamente simile alla Coalizione Berlusconi parla nelle stesse ore Tony Blair. Dice che truppe sul terreno in Siria, Iraq e dove c’è Isis saranno necessarie, indispensabili. E dice che sarebbe il caso di mandarle con vasta alleanza, coalizione. Alleanza, coalizione: quella che realizzò Bush padre nella riuscita e non deleteria Desert Storm e quella che non realizzò Bush figlio nel disastro dell’invasione dell’Iraq di Saddam. Coalizione e “stivali sul terreno”, quel che Putin ha effettivamente detto e pure un po’ ha fatto in Siria (Isis qui arretra sotto i colpi Russia, Iran, Damasco).
Berlusconi questa della coalizione armata la racconta a modo suo, con le sue parole e categorie che alla fin fine sono quelle delle barzellette. Ma non se l’è inventata in sogno Berlusconi. (Magari c’è da riflettere sulla circostanza per cui di intervento armato parlano Putin, Blair, Berlusconi, tutta gente che per diversi motivi non ha molto da temere dalla reazione dei rispettivi elettorati).
Berlusconi fa un po’ sorridere come sempre quando parla di cose serie. Mai ai tempi del Mannoia pensiero…Berlusconi è una persona seria. Dunque la cantante che da tempo gioca a fare la maestra di morale, etica, storia, politica, diplomazia e senso della vita, ha spiegato in queste ore che a Bruxelles e altrove sono “i nostri morti per i loro”. Che in fondo, anzi in principio, ce la siamo voluta e cercata. Che i macellai e taglia teste sono la reazione ovvia e conseguente ai nostri peccati. Per Mannoia Fiorella voce di popolo(?) abbiamo offeso il mondo nutrendo e mostrando libertà di pensiero e religione, diritti civili, eguaglianza davanti alla legge per ogni sesso, libertà d’impresa e mercato, tolleranza, laicità, democrazia delegata.
Per il Fiorella Mannoia pensiero la nostra provocazione è stata così grande, e pure sostenuta dalle armi, che poi era ovvio arrivava Isis. E questo sarebbe il pensiero “democratico”, quello che 40 anni fa salutava l’avvento della teocrazia di Khomeini come un successo per la sinistra mondiale e ancora così ragiona (salvo che la Mannoia sappia di teocrazia e Khomeini).
Il Mannoia pensiero, l’urticante e ignorante frase dei “nostri morti per i loro” . E l’infortunio di Crozza che inventa e scivola sulla par condicio tra droni e trolley. E l’ineffabile, la non definibile sciocchezza conclamata con ineffabile sicumera da Di Maio cinque stelle: “La soluzione, combattiamo Isis con l’embargo economico”. Embargo economico? Abbiamo una scambio commerciale con Isis? Ecco, ai tempi del Mannoia pensiero, del Crozza infortunio e della supercazzola politico elettorale di Di Maio, Berlusconi è una persona seria. E quindi è del tutto chiaro che tempi si vivano in Italia.
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