Sicilia, scoppia il caso dello spot M5S 'ingannevole'. Denuncia ex grillini all'Antitrust
Lo spot del M5S Sicilia sotto accusa
Articolo pubblicato il: 11/04/2015
Le beghe interne al M5S finiscono all'Antitrust, con tanto di denuncia di ex grillini delusi in Sicilia. Sotto accusa lo spot in cui, con mega manifesti a Palermo, Catania e dintorni, i consiglieri 5 Stelle all'Ars siciliana promuovono il loro taglio stipendi e il progetto che c'è dietro per incentivare progetti di sviluppo urbano. Ma i cartelli pubblicitari, che recitano testualmente 'Ci siamo tagliati lo stipendio prendetevi la vostra parte', non vanno giù a un gruppo di ex attivisti delusi. A capitanare una sorta di 'class action' in salsa grillina è Debora Borgese, ex militante catanese colpita dalla 'scomunica' dello staff di Grillo con tanto di lettera di diffida firmata dal legale del leader M5S.
"Sono stata espulsa - dice all'Adnkronos Borgese - perché avevo depositato una richiesta di remissione di mandato per il gruppo regionale, motivata da dinamiche poco chiare nell’assunzione dei collaboratori. In pratica, sono stata espulsa perché scomoda". Ma Borgese passa presto al contrattacco, oggi promotrice di una segnalazione all'Antitrust "che stanno sottoscrivendo in molti, contro l'ennesimo abbaglio - accusa - propinato dal M5S siciliano".
Innanzitutto, secondo gli ex 5 Stelle capitanati da Borgese, lo slogan adottato nello spot sarebbe "ingannevole, in quanto, in realtà, pubblicizza un progetto che è un vero e proprio concorso. Potranno beneficiare delle somme messe a disposizione solo i tre progetti che si aggiudicheranno il bando. Inoltre - va avanti Borgesi - ad ogni progetto saranno assegnati 120.000 euro e non 360.000 come riportato nel materiale pubblicitario (360.000 euro è la somma complessiva per i tre progetti)". A rischio, stando alle accuse mosse dai promotori della segnalazione all'Antitrust, la tenuta stessa dell'iniziativa. "Il governo in Sicilia rischia di cadere un giorno sì e l'altro pure - assicura l'ex grillina - e, in tal caso, verrebbe meno l'erogazione dei fondi promessi che, ingannevolmente, vengono dati per certi".
"Sempre nel regolamento - prosegue Borgese - si fa infatti presente che l'erogazione viene ripartita con 40.000 euro per l'approvazione e il lancio del progetto (a settembre), mentre la restante parte verrà erogata ogni anno, per i prossimi 3 anni progettuali, dopo che una commissione esterna valuterà l'andamento dell'attività. Ma trattandosi di un movimento politico insediato all'Ars, se il governo dovesse cadere, verrebbe meno l'erogazione della parte restante non avendo più - i deputati - la possibilità di trattenere le somme del loro stipendio per l'iniziativa".
Dunque, a detta di Borgese e degli altri ex 5 Stelle che si stanno appellando all'Antitrust, "lo spot propinato è assolutamente ingannevole" poiché "lo slogan adottato differisce totalmente dal regolamento. Non è la prima volta che i 5 Stelle giocano con le parole, lo stanno facendo anche a Roma con il microcredito", sentenzia Borgese. Secondo la quale, inoltre, il concorso promosso dai consiglieri 5S in Regione "privilegia le associazione e gli enti con un numero maggiore di iscritti, così da nutrire il bacino elettorale del Movimento. Lanciano accuse a Renzi sugli 80 euro usati come spot elettorale, loro non differiscono molto".
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