Di Maio si arrabbia ma è finito nel pasticciaccio dell’affaire Marra
In questo momento a traballare non è solo la giunta romana e lo scranno più alto del Campidoglio ma anche la leadership di Di Maio
“Stamattina sono costretto a querelare alcuni giornalisti che hanno scritto articoli vergognosi su di me e a citare per danni i loro editori. Mi attribuiscono frasi e condotte sul ‘caso Marra’ che sono pura invenzione”. Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, già componente del direttorio M5S, cerca di smarcarsi dalle accuse di chi lo considera politicamente responsabile sul caso Marra. E per farlo minaccia addirittura querela.
In effetti che il virus Marra abbia intossicato non solo la giunta ma i vertici stessi del M55 è più che un ipotesi ed è oggetto delle ricostruzioni di diversi articoli giornalistici.
Il 1 luglio Di Maio rispondeva all’Ansa a una domanda sull’imminente nomina di Marra: “Chi in questi anni ha dimostrato buona volontà, competenze e storia personale all’interno della macchina amministrativa, ci venga a dare una mano”. Anche sullo stesso Fatto Quotidiano Marco Travaglioil 10 settembre scorso riferiva di un incontro avvenuto tra Di Maio e Marra.
Eppure oggi il vicepresidente della Camera ci tiene a sottolineare le distanze: “Sia chiaro che non ho mai garantito per Marra dicendo che fosse “pulito”, è un’invenzione vera e propria. Il ricavato della querela sarà donato al fondo per le piccole e medie imprese italiane. Non voglio intascare un euro, ma tutelare la verità. Ho appena dato mandato al mio avvocato”.
E sul blog spiega: “Il M5S ha sempre chiesto di allontanare Marra dal gabinetto della sindaca. Lo incontrai una volta, quando era vice capo di gabinetto, dietro richiesta di Raggi […]Durante l’incontro, di cui Casaleggio e Grillo erano al corrente, svolto nel mio ufficio a Montecitorio […], gli riportai che il Movimento non aveva fiducia in lui e che quindi non era il caso che facesse parte del gabinetto del sindaco. […] Marra se ne doveva andare e, con cortesia, glielo dissi in faccia”.
Ma nel disastro romano sulle nomine gli attacchi non sono tanti dei giornali – descritti come al solito come brutti e cattivi – ma degli stessi compagni di partito. Nicola Morra più volte ha inserito Di Maio nel pasticciaccio in quanto responsabile degli Enti locali e garante di Raggi.
Ma la vera bomba che potrebbe fa esplodere il tutti contro tutti è l’avviso di garanzia che potrebbe arrivare alla Raggi e di cui si vocifera da giorni.
Grillo del resto non può scaricare la sindaca dopo averla “salvata” appena due giorni fa.Anche perché un suo passo indietro potrebbe aprire le porte ad una faida senza pari all’interno del Movimento. Una cosa però è certa: a traballare non è solo la giunta romana e lo scranno più alto del Campidoglio ma anche la leadership di Di Maio.
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