Lo smemorato Salvini si prepara a cavalcare l’ondata d’odio
Nell’aprile del 2011, quando Anis Amri sbarcava a Lampedusa, al governo in Italia c’erano la Lega e il centrodestra
C’ha messo poco, anzi pochissimo, il leader della Lega Matteo Salvini a cavalcare l’onda lunga dell’uccisione del killer di Berlino, Anis Amri, avvenuta tramite una meritoria azione di polizia condotta da due agenti italiani diventati già degli eroi a livello internazionale. La Lega ha organizzato in tempi record un presidio in piazza Primo Maggio a Sesto San Giovanni, nel luogo esatto dove il super-ricercato tunisino è stato intercettato.
“La nostra sezione di Sesto è stata subissata di telefonate di gente preoccupata per la gente strana che passeggia di notte per la cittadina”, ha spiegato Salvini, contattato al telefono dall’Agi. “Vogliamo chiarezza: se questa presenza di Amri a Sesto fosse casuale o se avesse agganci; da dove arrivava, dove andava”, ha aggiunto. “Vogliamo chiedere per tranquillizzare i cittadini: mettetevi nei panni di uno di Sesto che si è beccato lo stragista di Berlino a spasso per la sua città… non è simpatico”, ha concluso.
La solita reazione di pancia, dove, c’è da scommetterci, assisteremo ai consueti slogan con i quali Salvini cerca di aumentare il proprio consenso elettorale. Contro l’islam in generale, contro lo straniero e, già che ci siamo, contro il governo, contro la Merkel, contro l’Europa. Una scena già vista e ampiamente rodata: sfruttare una tragedia immane per alimentare le paure della gente a cui fornire risposte facili e impraticabili.
Eppure la situazione è ben più complicata di come la dipinge Salvini. Ma tant’è: le persone sono (consapevolmente) spaventate e disorientate? E allora diamo loro le risposte che vogliono sentirsi dire in questo momento di grande emotività: espulsioni di massa, chiusura delle frontiere, magari un bel muro da tirar su in poche ore. Chi se ne frega se sono tutte soluzioni (e Salvini è il primo a saperlo) impraticabili? Magari, in tempi così cupi e delicati, questo atteggiamento può far guadagnare qualche voto ma non porterà a niente di buono in termini di sicurezza.
“Un Paese lacerato è un Paese meno sicuro”, ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni lanciando un appello a tutte le forze parlamentari per fronteggiare unite la minaccia terroristica. Appello disatteso, in tempo zero, da M5S e Lega, sempre più unite sulla via del populismo sterile e interessato.
Salvini, come spesso gli capita, si dimentica però alcuni importanti particolari della storia recente del nostro Paese e della nostra comunità. Dimentica che nell’aprile del 2011, quando Anis Amri sbarcava a Lampedusa, al governo in Italia c’erano la Lega e il centrodestra. E dimentica che, proprio nel 2011, il governo della Lega e del centrodestra adottava il provvedimento straordinario di permesso umanitario che consentiva a chiunque fosse sbarcato in Italia in quel periodo, a rimorchio delle primavere arabe, libera circolazione nello spazio Schengen per i successivi sei mesi.
Fu un provvedimento con cui il governo di centrodestra, per allentare la pressione sui nostri confini, di fatto inondò l’Europa di questi migranti. Sono passati meno di sei anni. Forse Salvini potrebbe farsi due chiacchiere con Roberto Maroni (che infatti non prenderà parte alla passerella di domani) e che allora era ministro dell’Interno.
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