lunedì 5 dicembre 2016

Grillini assetati di potere.

Per Grillo l’Italicum non è più incostituzionale. Tutte le ipotesi in campo

Legge elettorale
Foto Roberto Monaldo / LaPresse
24-02-2013 Roma
Politica
Seggi elettorali
Nella foto Seggi elettorali

Photo Roberto Monaldo / LaPresse
24-02-2013 Rome
Polling station 
In the photo Polling station
Le proposte in campo per modificare la legge elettorale con cui eleggere il nuovo Parlamento
 
Dopo il risultato referendario e le dimissioni di Matteo Renzi da presidente del Consiglio iniziano a prendere campo i primi scenari e le richieste dei partiti, in particolar modo da parte dei vincitori. Gran parte del fronte del No (M5s, Lega e Fratelli d’Italia) è per elezioni immediate. Secondo Forza Italia, invece, il Pd dovrebbe formare un nuovo governo – avendo la maggioranza parlamentare – e continuare nella sua azione per mettere in sicurezza il Paese; mentre Sinistra italiana si dice disponibile a continuare la legislatura per modificare la legge elettorale. Dal fronte del Sì invece non ci sono posizioni ufficiali e si aspettano le parole di Renzi, che nella giornata ha incontrato i leader degli altri partiti di maggioranza.
Attualmente, in attesa della sentenza della Consulta sull’Italicum, le leggi elettorali in vigore sono l’Italicum alla Camera e il Consultellum al Senato. La prima è una legge elettorale che garantisce governabilità grazie al premio di maggioranza, mentre la seconda è una legge proporzionale, che ad oggi non consentirebbe di avere la maggioranza a nessuna forza politica.
Vediamo allora quali sono le leggi elettorali proposte delle varie compagini politiche.
Il M5s è per un sistema proporzionale corretto “Democratellum” o “Toninellum” con preferenze e un voto di ‘penalizzazione’ per eliminare dalla lista un candidato, il che significa che l’elettore può eliminare un candidato dalla lista cancellandone il nome dall’elenco al momento del voto. Non è previsto alcun premio di maggioranza. Inoltre, la proposta prevede che non vi siano coalizioni pre-elettorali per evitare “alleanze tattiche” prima del voto e consiste in “un sistema che consente a una forza politica che ottenga attorno al 40% dei consensi di avere oltre il 50% dei seggi”. Sono vietate le candidature plurime, mentre lo sbarramento è, in un certo senso, doppio: le circoscrizioni sono a base pluri-provinciale con il territorio italiano diviso in 42 circoscrizioni. In 33 circoscrizioni su 42 (che assegnano 373 seggi, ossia il 60% del totale) lo sbarramento naturale è superiore al 5%; nelle altre 9 circoscrizioni (che assegnano 245 seggi, ossia circa il 40% dei seggi della Camera) lo sbarramento e’ inferiore al 5%. Questa è la proposta ufficiale del M5s, che però dopo l’esito del referendum chiede di andare al voto con l’Italicum introducendolo anche per l’elezione dei senatori. Sembrano ormai lontani i tempi in cui Grillo giudicava la legge elettorale proposta da Renzi incostituzionale.
Oltre alla proposta grillina, sul tavolo c’è anche la legge elettorale studiata dalla minoranza Pd, vale a dire il “Mattarellum 2.0″ o “Bersanellum”. Questa proposta riprende il sistema elettorale con cui sono stati eletti i Parlamenti del ’94, ’96 e 2001: si prevede che 475 deputati siano eletti in collegi uninominali, 12 all’estero con il proporzionale, mentre dei restanti 143 seggi 90 andranno alla lista o coalizione che prende più voti, 30 alla seconda, 23 proporzionalmente ripartiti tra quelle che superino lo sbarramento del 2 per cento con meno di 20 eletti nei collegi uninominali. Si prevede, inoltre, un “premio di governabilità”, in base al quale chi vince non potrà superare i 350 seggi mentre il pacchetto di 90 e 30 sarà composto dai “migliori perdenti”. Con questa proposta si ripropongono le coalizioni, che l’Italicum aveva mandato in soffitta.
Il “Mattarellum 2.0″ non è l’unica proposta del Pd, infatti il deputato Dario Parrini, nonché segretario Pd Toscana, ha proposto il “Provincellum”. Questa proposta è una versione dell’Italicum rielaborata su base provinciale, ovvero resterebbe invariato l’attuale meccanismo di assegnazione dei seggi (premio di maggioranza pari a 340 deputati e ballottaggio se al primo turno nessun partito raggiunge il 40% dei voti), modificandone però il metodo di selezione dei futuri parlamentari. I collegi in cui è diviso il territorio passerebbero da 100 a 618 (più le 12 circoscrizioni estere) in modo da dare la possibilità ai cittadini di conoscere meglio i candidati. Inoltre non ci sarebbero più i capilista bloccati: passerebbero i candidati che ottengono il miglior risultato nell’ambito provinciale della circoscrizione.
Anche i Giovani Turchi, area del Pd che fa capo al presidente del partito Matteo Orfini e al Guardasigilli Andrea Orlando hanno formulato una proposta per una nuova legge elettorale l’“Italikos”. Il sistema è un mix tra l’Italicum e il modello elettorale greco (da qui il nome scelto dai proponenti). La principale novità è che scompare il ballottaggio, ma resta l’impianto di fondo dell’Italicum. Viene introdotto un “premio di governabilità” alla prima lista che superi la soglia del 20% dei voti. In ogni caso, il “premio di governabilità” non potrà superare i 340 seggi, gli stessi che sono già previsti dall’Italicum. Di conseguenza, la proposta sgombra il campo dalla possibilità delle grandi coalizioni, si può governare da soli o al massimo ci si dovrà alleare con un altro partito. Facendo qualche previsione, anche se si tratta di ipotesi in attesa del testo finale della proposta, dal 35% dei voti in poi un partito può governare da solo, ottenendo già la maggioranza assoluta, grazie al premio di governabilità.

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