ELEZIONI REGIONALI
Troppe donne in lista, Radicali fuori nel Lazio
«Decisione ridicola, faremo ricorso»
Troppe donne nel listino: è questa la motivazione per l'esclusione «Ci siamo adeguati, eppure siamo fuori»
ROMA - Troppe donne nel listino: è questa la singolare motivazione per l'esclusione della lista dei Radicali dalle regionali nel Lazio. «L'ufficio elettorale centrale ha confermato l'esclusione della lista Amnistia, Giustizia, Libertà dalle elezioni del Lazio» dice il candidato presidente della lista, il radicale Giuseppe Rossodivita. «Decisione ridicola - continua - faremo ricorso e ci saremo. Riformeremo questa giustizia italiana e riformeremo pure il Lazio».
LO SCANDALO - Se il ricorso non sarà ammesso, rischiano di restare fuori dalla competizioni coloro i quali fecero scoppiare lo scandalo che ha portato alle dimissioni della giunta Polverini. Rossodivita, infatti, eletto consigliere nel Lazio bnel 2010, ha sempre cercato di contrastare gli sprechi e gli abusi della partitocrazia laziale. La sua denuncia (raccolta e pubblicata sul Corriere da Sergio Rizzo il 20 agosto del 2012) ha fatto scoppiare il caso dei finanziamenti ai gruppi regionali.
BIZANTINISMI - «Finora siamo stati in rispettoso silenzio in attesa della decisione, ma questa è davvero ridicola. È lo specchio del modo di pensare di una magistratura da riformare. Questi funzionari pubblici anzichè far votare i cittadini del Lazio, anzichè favorire la partecipazione democratica si trincerano in bizantinismi che non hanno alcun appiglio normativo» aggiunge Rossodivita.
TROPPE DONNE - L'esclusione era stata motivata, in un primo momento, per «parità non rispettata» tra i sessi: nel listino, infatti, erano presenti 5 donne e «solo» 4 uomini. «Esclusi per troppe donne hanno detto, bene abbiamo regolarizzato» afferma Rossodivita che era corso ai ripari chiedendo a una delle candidate di tirarsi indietro. «Potevano mandarci a votare secondo quanto loro stessi hanno detto e invece no. Tardiva la rinuncia scrivono, priva di effetti giuridici per meno di 24 ore e, in assenza di norme sul punto, lo giustificano con un 'ne verrebbe meno la certezza del procedimento elettoralè».
L'ACCUSA - Rossodivita conclude con una accusa: «Ma di cosa parlano? Da rabbrividire, l'unica certezza che viene meno, come accade ogni giorno in milioni di casi, è quella del diritto. L'ufficio elettorale di Roma 2 anni fa ammise tre consiglieri alla Polverini che poi dopo un mese il Tar fece decadere».
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