Kenya, musulmani proteggono i cristiani dai terroristi: “Uccideteci tutti o andate via”
Sventato assalto dei jihadisti di al-Shabab, nei pressi di El Wak, Nord del Kenya, vicino il confine con la Somalia. I miliziani avrebbero voluto fare strage, separando gli "infedeli" presenti su un bus dai musulmani. Questi ultimi però hanno fatto loro scudo a costo della vita.
MONDOULTIME NOTIZIE 22 DICEMBRE 2015 08:01 di Biagio Chiariello
Musulmani che, a costo della loro vita, difendono i cristiani dal gruppo estremista somalo Al Shabaab. Come scrive The Independent, ieri lunedì 21 dicembre, nei pressi del villaggio di El Wak, nei pressi di Mandera, nel nord del Kenya, il gruppo di musulmani ha rifiutato di obbedire agli ordini degli jihadisti che volevano far strage solo degli "infedeli" presenti su un autobus. L’obiettivo dei terroristi era separare i cristiani dai musulmani, per poi far fuoco sui primi. Una volta scesi dal mezzo, però, gli islamici hanno rifiutato di separarsi e di far così riconoscere i cristiani agli assalitori. “I miliziani – ha raccontato un testimone – hanno minacciato di sparare a tutti cristiani e musulmani. E in passato l’hanno già fatto. Ma infine hanno rinunciato. Andandosene hanno lanciato un sinistro avvertimento: torneremo!”. “La gente del posto ha mostrato un senso di patriottismo e di reciproca appartenenza, insistendo sul fatto che al-Shabab li uccidesse insieme o li lasciasse andare” ha detto il Governatore di Mandera, Ali Roba. Nel fuggire, tuttavia, i miliziani hanno sparato sul gruppo, uccidendo un passeggero e ferendone tre. Un’altra raffica di mitra è stata rivolta ad un camion che seguiva il bus, il conducente è rimasto ucciso.
Ad aprile 147 infedeli uccisi all'Università di Garissa
Non è il primo drammatico episodio che avviene nella zona. Il Kenya ha vissuto un'ondata di attacchi e di rappresaglie da parte di al-Shabab, gruppo legata ad al-Qaida, a seguito della decisione di inviare truppe in Somalia per combattere gli estremisti nel 2011. Più volte in passato gli estremisti hanno portato avanti la stessa tecnica di selezione delle vittime sulla base della religione, come è successo ad aprile quando al campus universitario di Garissa furono massacrati 147 studenti "infedeli", in una carneficina che ha ricordato nei modi le brutali violenze compiute dai miliziani dello Stato islamico in Libia, Siria ed Iraq. Nel settembre del 2013, invece, gli stessi jihadisti si erano resi responsabili della strage al centro commerciale Westgate della capitale, con 67 morti.
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