mercoledì 16 dicembre 2015

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Roma, 7 funzionari pubblici arrestati per le tangenti sulla manutenzione delle strade

16/12/2015 - di 

In due anni tangenti per 650 mila euro

Roma, 7 funzionari pubblici arrestati per le tangenti sulla manutenzione delle strade
I Carabinieri del Noe hanno arrestato questa mattina 7 funzionari pubblici con l’accusa di aver accettato tangenti per chiudere un occhio sulla regolare esecuzione dei lavori di manutenzione di strade e infrastrutture. Sarebbero in tutto 33 le gare d’appalto finite nel mirino della procura di Roma e Carabinieri. Sedici milioni il valore degli appalti, sui quali sarebbero stati pagati in due anni 650 mila euro di tangenti.

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TANGENTI, CHI SONO I 7 FUNZIONARI PUBBLICI ARRESTATI -

Come riporta l’Ansa, sono complessivamente 18 le persone indagate dalla procura di Roma, di cui sette agli arresti, nell’ambito dell’inchiesta condotta dai carabinieri del Noe su presunti casi di corruzione per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria di strade e infrastrutture. I funzionari pubblici arrestati sonoFrancesco Pantaleo e Stefano De Angelis, del dipartimento ‘Simu’ (Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana) di Roma Capitale; Roberto Brondi, Piero Seguiti, Doriano Carbonari e Paolo Fornaciari, impiegati rispettivamente presso i Municipi V, IX, X e XII di Roma e Franco Ridenti, tecnico della Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata. Perquisizioni sono state compiute anche nelle abitazioni e negli uffici dei funzionari Fabio Stefano Pellegrini del dipartimento Simu, Luca Gaveglia del Municipio IV e Giampietro Cirilli, già funzionario del Municipio VIII, ora in pensione, ma ancora legato da un rapporto d’impiego con l’amministrazione. Nei loro confronti il gip non ha accolto la richiesta di arresto avanzata dalla procura. Indagati per corruzione anche 8 funzionari ed ex funzionari, questi ultimi ora in pensione.
«Tutto lascia pensare che il sistema coinvolga gran parte delle imprese che operano nel settore» della manutenzione urbana, sostiene la procura di Roma negli atti dell’indagine. È stato uno degli stessi imprenditori arrestati nella prima tranche dell’inchiesta, Alessio Ferrari, a confessarlo: «Io so che è un sistema di richiesta generalizzata da parte dei funzionari del Comune nel settore della manutenzione urbana».

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