Alla Leopolda Il Fatto non ce l’ha fatta
Renzi in guerra con Travaglio? Ma se non l’ha mai nominato
Ahimé, gli amici del Fatto non ce l’hanno fatta. Nonostante la massiccia partecipazione al concorso, l’impegno profuso ad ogni livello, la diffusione straordinaria gratuita del giornale davanti alla Leopolda, la discesa in campo congiunta della direzione e del comitato di redazione, nonostante il tentativo del Fattone di infiltrarsi nei server renziani per taroccare il risultato, il Fatto non è riuscito a vincere il concorso per la prima pagina più stravagante dell’ultimo anno: la coppa è infatti andata a Libero.
A Travaglio la sconfitta non è andata giù, e così oggi il giornale apre con un titolo che suona come un wishful thinking purtroppo smentito dalla realtà: “Renzi in guerra. Contro il Fatto”.
E, per corroborare l’avida illusione di essere al centro del mondo, si citano due frasi del presidente del Consiglio che c’entrano poco e nulla: “Non sarà un titolo di giornale a cambiarci la giornata”, oltre a non essere affatto un “attacco alla stampa libera”, ma semmai un invito a militanti e simpatizzanti a sopportare serenamente le critiche, non contiene alcun riferimento al giornale di Travaglio. Che, va aggiunto, non è mai stato citato né da Renzi né da nessun altro in alcun intervento.
La seconda frase compare nell’editoriale del direttore: “Chi sfoga con allusioni e retroscena le proprie frustrazioni personali” non è, purtroppo per Travaglio, l’eroico giornalista che “non si limita a pubblicare le indicazioni inviate via sms dal portavoce di Renzi”, ma un personaggetto facilmente identificabile anche dai segugi del Fatto.
In ogni caso, forza e coraggio: la vita continua, e anche alle peggiori sconfitte si può rimediare.
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