Quartieri al buio, strade inagibili. Si scatena la rabbia dei romani: “Negli Usa c’è Irma, qui Virginia”
E la sindaca si giustifica: è colpa del cambiamento climatico
A Roma nulla è cambiato a 24 ore dall’ allagamento in Viale Giulio Cesare e Via Damiata
Pubblicato il 12/09/2017
MARIA CORBI
ROMA
Roma: 100 giorni che non pioveva, 100 millimetri di acqua caduta, 100 interventi dei vigili del fuoco. E anche chi non crede al significato esoterico dei numeri ha dovuto constatare l’apocalisse, la rivelazione, ancora una volta, che a Roma basta un temporale un po’ più deciso del solito a bloccare tutto. E «the day after» si contano i danni in una capitale ferita, con quartieri ancora senza elettricità, mezzi pubblici in affanno, buche ormai diventate piscine e crateri che si aprono sull’asfalto provato dalla mancanza di manutenzione. Insomma un disastro sulla pelle dei cittadini che raccontano il loro incubo.
Luigi , vive a San Giovanni e solo dopo venti ore ha rivisto la luce. «Nel frattempo ho dovuto buttare tutto il contenuto del freezer». Racconta della faticosa rincorsa dei tecnici dell’Acea: «Bisognerebbe chiamare il numero verde, peccato che lo si possa fare solo da un numero fisso e quando va via la corrente la linea telefonica che corre sulla fibra non funziona. Il numero per i cellulari invece non era raggiungibile. E quando sono riuscito a mettermi in contatto con la centrale operativa mi hanno sgridato. L’unica cosa che volevano sapere da me era come avevo avuto quel numero». Ancora più incredibile accorgersi che per risolvere il disagio bastava sbloccare l’interruttore centrale della zona. E sono tante le persone che sono rimaste non solo al buio ma anche isolate causa linea telefonica in fibra. Marisol ha 84 anni ed è ancora scossa: «Mi sono ritrovata a casa senza luce e senza telefono. Ho il telefonino ma non potevo ricaricarlo».
Insomma, nessuna quiete dopo la tempesta. Solo caos. Ieri mattina il piazzale di Cinecittà, senza semafori, era presidiato da 15 pattuglie dei vigili urbani. Sottopassi in diverse zone della città impraticabili e traffico in tilt come sulla Tiburtina, all’altezza di via del Tecnopolo e a lungotevere in Sassia. Chiusa per allagamento via Tor Bella Monaca. Disagi enormi nella zona sud, all’Infernetto, che come al solito si è trasformato in una enorme piscina. Adelaide Lisarelli sottolinea che da due anni «non vengono a pulire le strade». «Da quando se ne è andato Marino». Stessa situazione dall’altra parte della Cristoforo Colombo, a Casal Palocco. Una situazione «da evacuazione» dicono gli abitanti. Gente che cerca disperatamente di svuotare i garage con le pompe. Molte le strade impraticabili, con buche profonde. «Il nostro è un quartiere abbandonato», dice Adelaide. Ma non è la sola a pensarla così.
La sindaca Raggi dice che «i nubifragi purtroppo iniziano a essere sempre più frequenti, indice di un cambiamento climatico in atto». Ma molti sono adirati. Dalla parte opposta di Roma, a nord, ai Parioli, c’è chi da mesi vive il disagio delle piogge. «Abito in via Giacinta Pezzana e per tornare a casa devo fare un giro enorme» dice Alessandro. «Da mesi ormai viale della Moschea è chiusa per l’asfalto sconnesso, pieno di buche che la pioggia di domenica ha scavato ancora di più. Ho visto tante persone che cercavano di stasare i tombini che nessuno pulisce. Assurdo. A Miami hanno l’uragano Irma, a Roma abbiamo l’uragano Virginia».
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