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ROMA - "La vicenda giudiziaria Scafarto assume ogni giorno dei caratteri di gravità inaudita. Una cosa sono le indagini, con le quali è indispensabile non interferire, un'altra le reazioni politiche". A parlare è il ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini, in merito all'inchiesta Consip, che si arricchisce ogni giorno di nuovi dettagli.

"Stiamo imparando dai giornali che c'è stato un tentativo, con ogni mezzo, di coinvolgere il premier. Una cosa è il dibattito interno o esterno al Pd, una cosa lo scontro tra partiti o gli attacchi a Renzi, ma questo è un fatto di una gravità istituzionale enorme, e azioni e parole di chiarezza e solidarietà dovrebbero arrivare da tutti, avversari compresi", è stato il duro commento, mentre il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, dato che l'inchiesta è ancora aperta, non ritiene sia il caso esprimersi: "Sul caso Consip, per ragioni istituzionali, non è possibile e opportuno che io intervenga. Trattandosi di una vicenda sulla quale è aperta un'inchiesta, non posso in alcun modo commentare".

Intanto, le carte inviate dal Csm e contenenti il verbale di audizione del procuratore di Modena Lucia Musti sui casi Consip e Cpl Concordia saranno esaminate all'inizio della settimana prossima, a piazzale Clodio. Il procuratore Giuseppe Pignatone si riunirà con l'aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi. Solo dopo aver visionato il carteggio spedito ieri pomeriggio via pec, decideranno se inserirlo nel fascicolo relativo alla vicenda della centrale di acquisti della pubblica amministrazione o aprire un fascicolo apposito.

• LE REAZIONI
A Franceschini fa eco, compatto, il Pd: il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda, parla di complotto: "Se quanto stiamo apprendendo dovesse risultare vero dovremmo concludere che negli anni passati c'è stato in Italia un vero e proprio complotto, che ha visto coinvolti organi dello Stato, volto a rovesciare istituzioni democraticamente indicate dal Parlamento della Repubblica. In altri tempi si sarebbe parlato di eversione, se non di peggio", ha detto commentando le notizie comparse oggi sulla stampa, secondo cui Scafarto e Ultimo avrebbero ammesso di voler arrivare all'ex premier.

Per l'esponente Dem, "gli stralci di atti del Consiglio Superiore della Magistratura relativi ad una inchiesta giudiziaria in corso alla procura di Modena, pubblicati da alcuni quotidiani questa mattina, hanno dell'incredibile e, se veri, sono di una gravità inaudita...Quel che leggiamo oggi, e che dobbiamo collegare alle notizie sulla stupefacente falsificazione di atti giudiziari che sarebbe stata compiuta dai medesimi soggetti di cui parla la procuratrice di Modena, presenta aspetti di straordinaria gravità istituzionale essendo evidente l'obiettivo di colpire il presidente del Consiglio con iniziative che non voglio commentare".

Chiede, su Twitter, di arrivare al più presto alla verità il senatore Pd Stefano Esposito: "Carabinieri che vogliono arrivare a Renzi, indagini costruite a tavolino? Serve la verità rapidamente".
Di "scenario ai limiti del colpo di Stato" parla il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, annunciando la presentazione in un'interrogazione alla ministra della Difesa, Roberta Pinotti: "Le parole del procuratore di Modena Lucia Musti sul caso Consip, pronunciate in sede ufficiale di audizione di fronte all'organo di autogoverno della magistratura ovvero il Csm, mostrano uno scenario decisamente inquietante e allarmante, ai limiti del colpo di Stato".

Preoccupazione per quanto è emerso è stata espressa anche dal presidente del gruppo Misto alla Camera, Pino Pisicchio, secondo cui le ultime notizie "rivelano spaccati poco rassicuranti sui comportamenti di uomini delle istituzioni, ma anche la dimensione della deriva che la reputazione della politica ha assunto nella pubblica opinione. È come se chi svolge un ruolo politico e i suoi congiunti fossero colpiti da una sorta di legittimo sospetto: per questa categoria di cittadini esiste solo l'inversione dell'onore della prova. Che però viene accertata sempre troppo tardi. Se poi si aggiunge la voglia di protagonismo di qualche pm che magari si proietta in politica approfittando dei buchi normativi che lo consentono, il danno è bello che consumato".

• ACCUSE RESPINTE
Respinge le accuse il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo che arrestò Totò Riina: "Non ho mai svolto indagini per fini politici", definendo una "campagna di linciaggio mediatico" quella apparsa sulla stampa, secondo cui in più di un'occasione, lui e il capitano del Noe Scafarto si rivolsero alla procuratrice di Modena Lucia Musti ("Dottoressa, lei, se vuole, ha una bomba in mano. Lei può far esplodere la bomba. Scoppierà un casino. Arriviamo a Renzi").

E, proprio a proposito del procuratore Musti, il capitano afferma di non averla "mai forzata in nessuna cosa" e di aver sempre svolto "le indagini che ci ha ordinato con lealtà e umiltà". "Non ho mai parlato di Matteo Renzi né con la dottoressa Musti né con altri", aggiunge.

Il colonnello De Caprio, che accusa di falsità "alcuni organi di disinformazione funzionali alle lobby che da anni cercano di sfruttare il popolo italiano", sottolinea di non aver mai "svolto indagini al di fuori dei fatti che emergevano direttamente ed esclusivamente dalle persone indagate. Non ho mai avuto esaltazioni o esagitazioni a seguito delle indagini da me svolte neanche quando abbiamo arrestato Riina, non abbiamo mai esultato, non abbiamo esploso colpi in aria, non abbiamo fatto caroselli per le strade, mai festeggiato, perché la lotta anticrimine appartiene solo al popolo e noi non usiamo il popolo per i nostri fini, o per avere dei voti, lo serviamo e basta".

"Contrariamente a quanto riportato dalla stampa - prosegue il Capitano Ultimo - non ho mai spinto la dottoressa Musti a compiere azioni illegali e non l'ho mai forzata in nessuna cosa. Abbiamo sempre eseguito le indagini che ha richiesto e ordinato, con lealtà, umiltà e nei limiti delle nostre possibilità umane e professionali. Non ho mai parlato di Matteo Renzi né con la dottoressa Musti né con altri".

E annuncia azioni legali: "Ho dato mandato al mio avvocato Francesco Romito, di agire nelle sedi competenti contro le persone e gli organi di stampa che mi attribuiscono cose che non ho mai detto e azioni che non ho mai compiuto".

• NESSUN COMMENTO DAL PAPA' DI RENZI
Tiziano Renzi preferisce non commentare le ultime rivelazioni sull'inchiesta: "Non ho dichiarazioni da fare", ha risposto a chi lo ha cercato per avere una battuta in merito alle notizie sulla vicenda che vede il padre del segretario del Pd, Matteo Renzi, indagato. Al suo posto ha risposto il suo legale, Federico Bagattini, secondo il quale, "sembra riconoscere la stessa mano. E tutto si fa ancora più inquietante se l'attacco era al presidente del Consiglio attraverso un uso distorto dell'apparato giudiziario: siamo in un terreno che si chiama eversione". Quanto a possibili risvolti per quel che riguarda il suo assistito aggiunge: "Dal punto di vista di Tiziano Renzi non cambia nulla, se non un ulteriore profilo di inattendibilità degli atti compiuti. Quello che c'è per me è gia  sufficiente a richiedere l'archiviazione, a prescindere da ulteriori inattendabilità e inaffidabilità degli atti compiuti".