Una delle due americane che accusano di stupro i due carabinieri a Firenze ha scattato una fotografia di nascosto con il telefonino al militare mentre stava abusando di lei. Lui intanto parla di rapporto consenziente. L'assicurazione antistupro invece era una bufala
Una delle due ragazze che accusano di stupro i due carabinieri a Firenze ha scattato una fotografia di nascosto con il telefonino al militare mentre stava abusando di lei. Lo scrive il Corriere della Sera, segnalando che nello scatto si vede “parte del corpo dell’uomo, si riconosce la divisa e la fondina con la pistola. Una fonte di prova importante per la credibilità del racconto, perché la foto porta con sé l’ora in cui è stata scattata e perché lei l’ha consegnata agli inquirenti ben prima che il capopattuglia — un carabiniere sulla quarantina, con un figlio e un passato nell’Arma a Roma — andasse a raccontare la sua versione al magistrato”.
La foto scattata dalla ragazza dello stupro dei carabinieri a Firenze
Ieri lui si è presentato davanti al magistrato e ci è rimasto per più di due ore: «Non c’è stata nessuna violenza, quella ragazza non era ubriaca o almeno io non me ne sono accorto», è la sua tesi difensiva che lo mette nei guai con l’Arma (quello che ha fatto può portarlo al licenziamento) ma mira a salvarlo dall’accusa più grave, quella di violenza sessuale. «Ci hanno invitato loro a salire», ha anche spiegato. «Ha voluto chiarire la sua posizione con il magistrato il prima possibile» spiega Cristina Menichetti, l’avvocata che lo difende.
Ci sono venti minuti di vuoto da spiegare, quanti ne impiega la gazzella per entrare nella strada del centro in cui abitano le ragazze e per vederla uscire dalle immagini delle telecamere. «Non trovavano un taxi, era notte fonda, abbiamo dato loro un passaggio» ha raccontato il militare in procura cercando di giustificare la presenza delle due giovani sull’auto di sevizio (cosa vietata). Una delle due donne ha riconosciuto subito dalle foto uno dei due militari. La condizione delle ragazze è documentata qualche ora dopo anche dai referti dei medici che le visitano all’ospedale di Torregalli e le sottopongono a esami specifici sul consumo di sostanze stupefacenti e di alcol, oltre che alla visita ginecologica.
Le ragazze abbordate al bar dai carabinieri
La Stampa invece racconta che le due ragazze e i due carabinieri si sono incontrati non in strada fuori dalla discoteca come era stato raccontato in un primo momento, ma al bar della discoteca Flò, vicino al suggestivo piazzale Michelangelo. È proprio qui, davanti a un drink, che i due militari hanno agganciato le americane già vistosamente ubriache. Lo ha dichiarato un testimone che ha riconosciuto le due ragazze, sostenendo che già nel locale fossero visibilmente ubriache:
Sono da poco passate le 2.15, la gazzella arriva al locale, insieme ad altre due pattuglie, per far fronte a una rissa che in realtà nel frattempo è già sfumata. L’atmosfera è invitante, ci sono la musica e un sacco di belle ragazze. I due militari indagati notano le americane e attaccano bottone. Poi le salutano ed escono da soli. Ma mentre le altre due gazzelle si allontanano definitivamente dalla zona di piazzale Michelangelo, i due militari restano nei pressi, o ci tornano poco dopo. Giusto in tempo di rivedere le due ventenni abbordate al bar. E a questo punto scatta l’invito ad accompagnarle a casa. Le amiche hanno provato a cercare un taxi, ma invano. I carabinieri si offrono: «Vi portiamo noi con la macchina, salite facciamo in un attimo». L’invito è allettante e rassicurante.
Ma l’appuntato nega la circostanza: «Non è vero che sembravano ubriache. Non me ne sono accorto, e sono state loro a invitarci a salire fino a casa. Noi ci siamo andati e ho avuto un rapporto sessuale, ma la ragazza era consenziente». I due carabinieri sono stati sospesi dal servizio.
L’assicurazione antistupro era una bufala
Intanto ieri si è scoperto che la storia dell’assicurazione antistupro era una bufala. “Le ragazze non hanno nessuna assicurazione antistupro, ma soltanto una generica assicurazione che di prassi le università americane stipulano per i loro studenti che di recano all’estero”: l’avvocato Gabriele Zanobini, legale di una delle due studentesse statunitensi che a Firenze accusano di stupro due carabinieri, ha spiegato che nessuna delle due ragazze ha una assicurazione antistupro. “Le ragazze non hanno nessuna assicurazione antistupro, ma soltanto una generica assicurazione che di prassi le università americane stipulano per i loro studenti che di recano all’estero -ha spiegato il legale-. E’ una polizza che riguarda il furto e le rapine e altri tipi di danni, ma loro neppure erano a conoscenza di questa cosa. Non lo sapevano proprio”.
“E’ una polizza che stipula l’università americana e che manda poi direttamente a quella italiana e riguarda questioni generiche, tra cui anche questa clausola, della quale loro non erano a conoscenza. E’ una polizza che riguarda il furto e le rapine e altri tipi di danni, ma loro neppure erano a conoscenza di questa cosa. Non lo sapevano proprio”. “Le due ragazze erano in una situazione alterata, in questo caso, il non consenso è esplicito”, ha sottolineato l’avvocato. “Sono sconvolte per quanto accaduto – ha raccontato – si devono ancora riprendere dal terribile choc. La scuola aveva esplicitamente detto loro che dovevano fidarsi solo ed esclusivamente della polizia e dei carabinieri. Questo avvertimento ora suona paradossale”. Secondo il legale, esiste poi un’aggravante nei confronti dei due carabinieri, prevista dall’articolo 61 del codice penale, che punisce “il fatto commesso con abuso del potere o con violazione dei doveri inerenti una pubblica funzione: qui siamo di fronte a due pubblici ufficiali che avrebbero dovuto proteggere e non abusare delle ragazze”.
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