Due attiviste e un'eletta preparano il ricorso al TAR. La sindaca Raggi non sembra preoccupata
Il ricorso delle elette M5S contro la nomina di Margherita Gatta e Rosalba Castiglione prende il via. Lorenzo D’Albergo su Repubblica Roma fa sapere che l’approdo ai lavori pubblici della dipendente dell’INARCASSA e quello al patrimonio dell’attivista siciliana non è piaciuto a Paola Giannone, candidata e non eletta al municipio I: l’attivista grillina sta raccogliendo tutte le carte da portare in tribunale. Nel faldone finiranno i cv delle due assessore e la risposta firmata Raggi all’accesso agli atti presentato da Giannone e da due consigliere municipali grilline, Francesca Benevento del XII e Luisa Petruzzi del XV.
Nella sua lettera, la prima cittadina bacchetta le tre grilline riottose: «Mi preme sottolineare come al caso di specie non sia applicabile la normativa sull’accesso agli atti». Raggi spiega che la nomina di un assessore è «un atto politico fondato sull’intuitu personae» e non ha natura amministrativa. A questo punto, con piccata ironia, la sindaca concede comunque una risposta «nello spirito di lealtà che certamente informa i rapporti all’interno del nostro Movimento». «Ho voluto estendere — si legge quindi nella missiva — il più possibile verso la base del M5S la ricerca. Per attuare questa scelta ho utilizzato la call for interest».Dunque il cuore della risposta: nel testo dell’avviso, ricorda Virginia Raggi, era chiaro «che l’individuazione dell’assessora attraverso la call non fosse un risultato necessitato». In altre parole, la procedura non era vincolante. Così in Campidoglio sono arrivate Castiglione, non iscritta al Movimento capitolino, e Gatta, con un curriculum “fallato” e rettificato da Inarcassa, datore di lavoro della titolare dei Lavori pubblici.
La risposta non ha convinto Giannone, Benevento e Petruzzi.
La prima è la più dura: «Sono stata convocata, ho fatto un colloquio con le consigliere Catini e Vivarelli a marzo e poi silenzio fino ad agosto. Se la nomina, come ci dice ora la sindaca, era fiduciaria che senso aveva la call? Peraltro le due assessore scelte non hanno neanche il profilo giusto. Servivano due architetti. Per questo, impugneremo quelle nomine». Puntando sul fatto che la selezione di un assessore è un atto di alta amministrazione e non di natura politica. Rincara la dose Francesca Benevento, eletta tra le fila grilline al municipio XII. Sul ricorso non si sbilancia, rimarrà defilata per questioni politiche.Ma sull’iter scelto dal Comune ha le idee chiare: «La call palesava un’apertura che non c’è stata. Ma ormai sappiamo che gli assessori vengono scelti da altri e la sindaca è solo esecutrice di un disegno. Ci chiediamo dove siano finiti “uno vale uno” e gli altri slogan. Per non parlare del reddito di cittadinanza. In Campidoglio mi è stato detto che “non è nel programma”».
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