sabato 21 gennaio 2017

I fascisti di Coblenza (con Salvini) fanno paura

Destra
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Dopo Trump la destra ultra nazionalista si è ringalluzzita
 
Paradossalmente, i nuovi fascisti europei (ringalluzziti dall’avvento di Donald Trump) pur essendo ultra-nazionalisti hanno pensato bene di darsi un appuntamento internazionale. A Coblenza, in Germania.
C’era Marine Le Pen, che si gioca la vita nella corsa all’Eliseo (scommettiamo qui che non vincerà), c’era l’olandese Geert Wilders, anch’egli in attesa di un gran risultato alle politiche del suo paese, c’era Matteo Salvini, capo di un partito in grado di sfasciare il centrodestra senza peraltro poter credibilmente correre per il governo (tranne – ma fa impressione pensarlo – che un Di Maio assetato di potere non voglia stringere un’alleanza col Carroccio).
Salvini ha trovato il modo di rinnovare l’odioso paragone fra gli aiuti ai terremotati e quelli ai migranti, una roba che per molti cittadini ha un senso ma che è solo cinica propaganda sulla pelle di chi soffre.
Il clima della adunata di Coblenza, sovreccitato dalla vittoria di Trump è stato ben descritto da Tonia Mastrobuoni su Repubblica.it:  “Nel ‘day after’ dell’insediamento di Trump, i leader della destra europarlamentare sono esaltati. E in una cornice di paranoia e odio manifesto verso i giornalisti, nei giorni scorsi è scoppiata una polemica enorme perché gli ospiti, i tedeschi dell’Alternative fuer Deutschland, hanno negato gli accrediti ad alcuni dei principali media tedeschi (Spiegel e Faz per citare solo i più importanti)”.
Le analogie con i fascismi post-Grande guerra sono inquietanti. Questa destra odia tutto, a partire dai simboli della modernità e – temiamo – della cultura. È per la distruzione dell’Europa intesa come aggregato di pace, cultura e mediazione politica. Esalta le patrie – la propria patria –  riecheggiando l’America first del nuovo Presidente americano. È intollerante e violenta. Tutti ingredienti che ben conosciamo.
L’ultra-nazionalismo porta alla guerra. Così è stato prima della Grande guerra, così è stato negli anni Trenta. Alla lunga, l’urto delle singole “patrie” è praticamente inevitabile. Altro che isolazionismo.
Matteo Salvini intende raccogliere il malcontento di chi è uscito impoverito dalla globalizzazione, o anche solo di chi si sente colpito dalla globalizzazione: esattamente come i fascismi diedero uno sbocco tragico alla frustrazione del primo dopoguerra.
Non c’è da scherzare. In Europa e in Italia ci sono forze – non solo la Lega – che si sono messe in testa di snaturare le democrazie. Questo sarà il senso del 2017: nel rinnovato scontro fra democrazia e reazione.

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