Di che cosa è accusata Paola Muraro?
Le contestazione avanzate dai pm sono molto gravi e chiamano in causa anche Luigi di Maio e la stessa Sindaca Raggi
E’ durato oltre un’ora l’incontro a Montecitorio fra il leader Beppe Grillo e i parlamentari M5s. E sul tavolo non poteva non mancare il caso Muraro, l’assessore all’Ambiente che si è dimessa nei giorni scorsi perché indagata in un’indagine delicata. Fra i pentastellati in molti hanno ostentato tranquillità ma la patata è bollente e rischia di minare la credibilità, già intaccata, della Sindaca di Roma.
Le contestazione avanzate dai pm sono infatti molto gravi e chiamano in causa anche Luigi di Maio e la stessa Sindaca. Secondo le accuse, la Muraro quando era dirigente di Ama, è responsabile di aver “truccato” le autorizzazioni per gli impianti di smaltimento dei rifiuti e di inquinamento ambientale.
Il Corriere della Sera riporta che: “Agli atti dell’inchiesta ci sono i verbali dell’ex assessore al Bilancio Marcello Minenna e dell’ex amministratore delegato della municipalizzata Alessandro Solidoro che ricostruiscono quanto accaduto dopo la nomina di Muraro al Comune di Roma e specificano il ruolo di Luigi Di Maio che – anche nei momenti più delicati, come quello della notizia sull’iscrizione al registro degli indagati – avrebbe “offerto copertura politica a lei e a Raggi”.
I pubblici ministeri contestano alla Muraro queste accuse: “Gli impianti di Rocca Cencia e Salario operavano una gestione dei rifiuti in violazione delle prescrizioni delle autorizzazioni riguardanti la gestione degli impianti per quanto concerne le percentuali di trasformazione dei rifiuti in ingresso e gli scarti di lavorazione”. Il sospetto dei pm – spiega il Corsera – è che i macchinari abbiano lavorato in regime ridotto per favorire altri impianti privati. In particolare quelli di Manlio Cerroni, ras dei rifiuti della Capitale, anche lui indagato, che avrebbe beneficiato della permanenza di Muraro in Ama.
Ma c’è di più. All’ormai ex assessore viene contestato anche il reato di inquinamento ambientale. Nel suo ruolo d “responsabile tecnico e referente” degli impianti Ama – sostengono i pm – avrebbe consentito “lo stoccaggio di rifiuti in aree non autorizzate per l’impianto di Rocca Cencia”, mentre per il Salario “non venivano rispettate le aree di stoccaggio rifiuti: i cassoni di rifiuti contenenti metalli ferrosi, gli scarti del processo e le balle di Cdr non erano infatti ubicati conformemente a quanto previsto dagli atti autorizzativi”.
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