Cantone: “Sala è sempre stato corretto, leale e disponibile”
Il presidente dell’Autorità anticorruzione: da lui massima disponibilità a collaborare
La premessa di Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, su quanto sta succedendo a Milano dove è indagato il sindaco Sala è d’obbligo: «L’appalto oggetto delle indagini è del 2012, molto precedenti al nostro arrivo, si tratta di atti che noi non abbiamo verificato». Il magistrato lo spiega ad esempio a margine di un’iniziativa a Napoli. Ma poi non rinuncia ad aggiungere quella che è «la mia valutazione, che ho ripetuto tante volte pubblicamente: dal giugno 2014, quando per decreto del governo Renzi come Anac abbiamo cominciato a lavorare con Expo, ho collaborato con il dottor Sala, allora ad di Expo e ho avuto con lui uno scambio continuo di collaborazione. È sempre stato corretto, leale e disponibile».
Una valutazione, precisa ancora Cantone, «non solo dal punto di vista personale, che pure è importante, ma dal punto di vista dei comportamenti istituzionali: comportamenti molto corretti». Il numero uno dell’Anac non entra invece nel merito della scelta «personale» del sindaco di autosospendersi. Quanto alle accuse di falso ideologico e materiale, Cantone precisa che si tratta di reati «per i quali non si applica in modo automatico la legge Severino (sull’incompatibilità degli incarichi, ndr), nemmeno in caso di condanna, perché tecnicamente non sono reati della pubblica amministrazione.
Ovviamente hanno una loro oggettiva gravità, ma non stiamo parlando di corruzione», conclude. Molto ha contato, nella decisione del sindaco, la tempistica dell’indagine della Procura generale. Cantone si limita a osservare che «a oggi quello dell’iscrizione nel registro degli indagati appare come un atto dovuto, nell’ambito dell’apertura di una nuova indagine, e non contiene tecnicamente nessuna valutazione di responsabilità». Certo è che la novità ha riacceso le polemiche tra chi ha sempre parlato di «opacità» di Expo e dei suoi appalti. «Il governo si era mosso proprio perché gli arresti avevano evidenziato delle criticità – ricorda il presidente dell’Anac – ma dal nostro arrivo c’è stato sicuramente un cambiamento dal punto di vista della correttezza». Un cambiamento a cui lo stesso Sala avrebbe contribuito, «quasi tutte le nostre osservazioni da allora sono state accolte».
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