“Su di noi gli avvisi usati come manganelli”: ecco a voi la Raggi stile Berlusca
Sulla questione morale, la candidata grillina risponde in modo vago e banalizzando un po’. E alla fine scivola su giustizia e politica
Intervenuta al CorriereLive con Tommaso Labate, Sergio Rizzo e Alessandra Arachi oggi Virginia Raggi ha dato risposte che andavano dalla banalità più totale alla incompetenza e inadeguatezza riguardo a dei temi, evidentemente, che non ha studiato a fondo.
Alla domanda “nel M5S non c’è una questione morale?”, Raggi risponde candidamente che “no, perché noi la questione morale la affrontiamo in modo serio, caso per caso. Altri partiti glissano”, chiosando poi con un “negli alti partiti non si dimette nessuno”, frase che ricorda “bianchi e neri, tutti uguali” del morettiano Ecce Bombo. Qui il pensiero va ai noti interventi di Enrico Berlinguer: quando si parla di questione morale si fa riferimento a un tema politico ampio al quale un partito è tenuto a rispondere e che non può essere affrontato “caso per caso” come dichiarato Raggi, che in questo modo ha banalizzato un tema complesso. La vicenda di un rappresentante indagato può essere affrontato singolarmente, ma la questione morale è un concetto molto più ampio ed articolato che tutto il Movimento, probabilmente, dovrà iniziare a porsi, anche per, eventualmente, rivedere il proprio metodo di selezione dei candidati.
Al di là del problema etico che riguarda i partiti, ci sono poi le singole questioni che investono il Movimento. Sul caso Ostia, Raggi ha semplicemente glissato, accusando la stampa di aver “speculato” e dichiarando che la loro “linea su Ostia è sempre stata molto chiara ed è quella di rivedere tutte le concessioni”. Peccato che la cronaca che riguarda la zona del litorale romanosembri, però, dimostrare il contrario.
Sui casi Nogarin e Pizzarotti e, più in generale, sulla necessità di dimissioni in caso di coinvolgimenti di un partito in vicende giudiziarie, la candidata è sembrata non voler approfondire il tema e risponde, ripetendo nuovamente che serve una valutazione sui singoli casi: “Noi riteniamo giusto e corretto che a seguito di un avviso di garanzia vengano comprese innanzitutto le motivazioni che stanno alla base. Poi, sulla base di quelle motivazioni, se ci sono illegalità o contrarietà ai principi del movimento è giusto dimettersi”.
Ed ecco che qui arriva, però, una discutibilissima frase su politica e giustizia: “Ma attenzione che gli avvisi di garanzia non vengano utilizzati come dei manganelli. A nostro avviso l’onestà deve essere il faro ma attenzione che questo non venga utilizzato strumentalmente per colpire una forza politica che sta tentando di riportare pulizia e legalità. Poi siamo pronti alle dimissioni, siamo onesti ma non sciocchi”.
Insomma, un commento che suona più berlusconiano che grillino. Ma forse è solo un’impressione…
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